Chi salverà l’ambiente?
Giunti a questo terzo capitolo, prosegue la rubrica con AIESEC.
Nel 2015, 193 leader internazionali si sono incontrati alle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e, ultimo ma non per importanza, proteggere l’ambiente. Negli ultimi anni, grazie alla lotta e alla determinazione di scienziati e non, la crisi ambientale è entrata a far parte della coscienza collettiva insieme a tutti i suoi annessi, tra cui la crisi climatica, l’innalzamento del livello delle acque e delle sue temperature, l’avanzare del disboscamento, la desertificazione, la perdita di diversità biologica ecc. Purtroppo ad oggi la lista è ancora lunga e di giorno in giorno cresce sempre di più, ma per fortuna con il sempre più pressante bisogno di agire e fare azioni concrete per evitare che si arrivi al punto di non ritorno, aumentano proporzionalmente anche le azioni di associazioni e istituzioni che pongono tale questione all’ordine del giorno nella loro agenda. Così è stato per l’ONU che nella propria agenda 2030 ha posto nel suo elenco di SDG ( sustainable development goals) tre obiettivi riguardanti questo tema: l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 13 che concerne l’azione climatica, il numero 14 attinente alla vita sott’acqua e infine l’obiettivo numero 15 riguardante la vita sulla terra.
Come già accennato precedentemente queste tre macroaree racchiudono in sé tantissimi altri aspetti sui quali è necessario un intervento repentino. AIESEC con alcuni dei suoi progetti di volontariato internazionale come Savia in Messico o Be Green in Portogallo, partecipa a questa corsa contro il tempo. Le azioni concrete dei volontari di questi progetti fanno sì che sul territorio non solo si creino condizioni di vita ecosostenibili, ma che gli stessi locali insieme alle nuove generazioni possano ricevere un’educazione ambientale e imparare a convivere con il proprio territorio in funzione di un reciproco scambio; non solo, ma tali progetti rendono evidente anche quella che dovrebbe essere un’ovvietà ma che spesso viene sminuita e non presa in considerazione, ovvero che ogni minimo gesto di un volontario o di un autoctono che sia, può fare la differenza ed impattare il territorio in maniera positiva. Infine, per rispondere alla domanda posta inizialmente, “Chi salverà l’ambiente?”, vi può essere una sola risposta ovvero NOI, o meglio, ognuno di noi. Ciascuno può dare il suo contributo e cambiare l’andamento di questo processo di crisi ambientale che sembra irreversibile e così grande da sembrarci quasi estraneo, ma che in realtà riguarda tutti noi e ci chiama ad essere inquilini attivi nella salvaguardia della nostra grande casa, il pianeta Terra.