In Cisgiordania Israele chiude la frontiera per due giorni.
Si moltiplicano gli scontri tra forze armate israeliane e popolazione palestinese, dopo l’ordine del Ministro della Difesa BArak di chiudere la frontiera per motivi di sicurezza interna.
L'ordine del Governo israeliano di chiudere le frontiere della Cisgiordania per due intere giornate, a partire dalla mezzanotte di ieri, è stato disposto dal Ministro della Difesa, Ehud Barak, che ha addotto motivi di sicurezza, connessi ad un eventuale rischio che si verifichi un attentato. Le forze di polizia israeliana bloccano quindi l’accesso in Cisgiordania, proprio nel periodo di festività religiosa previsto dal calendario ebraico. La tensione continua a crescere dunque, dopo che il governo israeliano ha concesso l’autorizzazione a costruire oltre un migliaio di alloggi, nella parte est di Gerusalemme, suscitando la decisione dell’Autorità Nazionale palestinese di partecipare ai negoziati indiretti con lo Stato ebraico, finché non sarà revocato il provvedimento. Sempre nella parte Est di Gerusalemme sono scoppiati diversio disordini, poi scoppiati in veri e propri scontri tra la polizia israeliana e gruppi di palestinesi, diretti alla moschea di Al-Aqsa, in occasione della preghiera del venerdì. Secondo l'emittente Al-Jazeera, gli scontri sarebbero sorti proprio nei pressi della moschea dove la polizia, in tenuta è anti-sommossa, ha impedito agli uomini al di sotto dei 50 anni di età di recarsi al luogo di culto. Numerosi i giovani palestinesi feriti dai militari, il loro numero non è ancora quantificabile.