Eravamo tre amici al bar...

Eravamo tre amici al bar...

Il luogo: la quarta edizione del Festival del giornalismo.
Il pretesto: parlare del carattere degli italiani.
I protagonisti: Vittorio Zucconi, Michele Serra, Massimo Gramellini.
Il risultato? Difficile da dire. Nel mare dei convegni, degli incontri di questo Festival, tra ragionamenti profondi e riflessioni sullo stato del giornalismo e sul suo futuro, i tre giornalisti si fanno due chiacchiere. Tra loro e con il pubblico, numerosissimo, come sempre con questi mostri sacri, ironici e pungenti del giornalismo italino. Raccontando gli italiani, attraverso le loro esperienze di vita, il loro viaggio, perenne e continuo per l'Italia. Com è l'italiano? “Per essere onesto dovrebbe essere orfano, sterile e nullatenente” diceva Enzo Biagi; è quello dei cartelli “è severamente vietato” come se essere solo vietato non fosse sufficiente; è quello del “non è di mia competenza” o del “così fan tutti”, per citare alcune frasi che i tre giornalisti hanno riportato durante la loro chiacchierata. Una volta forse c'era un carattere degli italiani, dice Gramellini, oggi forse il problema non è se è un caratteraccio, quanto se esiste un carattere. L'italiano che è d'accordo finchè è giusto essere d'accordo, finchè tutti sono d'accordo. Pronto a cambiare opinione, a cambiare casacca come si cambiano ogni giorno le mutande. L'italiano scherza, arriva in ritardo perchè è giusto così, a tal proposito Zucconi racconta come nella sua esperienza di professore negli Usa, l'unico studente ad aver bocciato era proprio un italiano, perchè consegnava le tesi in ritardo giustificandosi “vabbè professore, siamo italiani!”. Questo è l'italiano. Questo è Berlusconi, ovviamente spirito presente in tutto l'incontro, emblema dell'italiano medio, dell'italiano che volenti o nolenti ognuno di noi è.

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Collaboratore
Festival Internazionale del Giornalismo 2010