Gio Evan apre il tour ad Assisi

Gio Evan apre il tour ad Assisi

Abissale, questo è il titolo del nuovissimo show portato in teatro dal poeta-cantautore pugliese Gio Evan. Per dare il via al suo tour che si è aperto ufficialmente il 18 novembre, Evan ha scelto come cornice il teatro Lyrics di Assisi, struttura moderna con sala ad anfiteatro capace di ospitare fino a mille spettator*. 
Lo spettacolo è una messa in scena dell’abisso interiore dell’autore, che attraverso monologhi, poesie e chiaramente le sue canzoni, analizza e riflette su determinate condizioni dell’io e su cui invita gli/le spettator* a fare lo stesso. 
 
 Già l’opening dello spettacolo può dettare la cifra dell’intero show. Si apre in un’atmosfera minimalista ed intimista, la sala buia e solo un pannello su cui è proiettata una figura umana che sprofonda all’infinito. Il tema iniziale è proprio “l’azione di sprofondare”, attraverso un (falso) flusso di coscienza ben costruito e articolato, giocato principalmente sulle figure retoriche delle metafore e soprattutto delle allitterazioni, riesce a stordire e catturare sin dai primi momenti tutt* coloro che vi stanno assistendo. 
 
 “Caddi ma presi il volo” è una delle frasi del primo monologo ed è proprio quello che succede mentre si assiste alla parte iniziale: dopo un’opening sì interessante ma forse troppo estesa, finalmente si prende “il volo” ed Evan inizia a cantare (dopotutto, dopo quasi due anni di stop causa pandemia, tutt* eravamo pront* a goderci un po’ di puro e sano divertimento da concerto).
 
 Incorniciato da una scenografia minimalista: circondato solo da strumenti musicali, attraverso le sue canzoni riesce a far sentire quelle emozioni che ci si aspettano da un concerto, gli/le spettator* sono partecipi, cantano, fanno le immancabili storie su instagram (anch’io ne ho fatta una, lo ammetto) e sembrano divertirsi. 
Il pattern è sempre quello. Si alterna tra canzoni e monologhi fino ad arrivare ad una lettera indirizzata ai figli in cui ci regala uno spunto interessante sull’inseguire i sogni “non inseguite mai i vostri sogni, perché se dovete inseguirli si vede che stanno scappando e se stanno scappando, non sono quelli giusti…andate piuttosto incontro ai vostri sogni!”. 
 
Nella seconda parte dello show diventa importante il tema della risalita, nei monologhi pseudo-filosofici continua ad ubriacarci di allitterazioni difficili da seguire ma divertenti per le assonanze.
 
Verso la parte finale tira fuori (finalmente) quelle canzoni che maggiormente coinvolgono il pubblico che sembra scoppiare durante “regali fatti a mano” e “Arnica” (successo che l’ha reso  maggiormente noto al grande pubblico italiano dopo la sua partecipazione a Sanremo 2020).
Non sono mancati siparietti divertenti, regalatici dal suo personalissimo modo di mostrarsi impacciato e sembrare costantemente a disagio, ci ha pure regalato parecchi dei suoi ormai iconici balletti scoordinati e a tratti grotteschi.
 
Direi che la prima nazionale di Abissale è stata un successo, i/le fan gioiranno a seguire il tour perché avranno la possibilità di connettersi maggiormente col proprio beniamino, mentre per i/le non fan… beh.. diciamo che dopo la pandemia i concerti sono tutti ben accetti.  
a cura di Ruben.

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