Gli invisibili raccontati da Cècile Kyenge - IJF 14

Gli invisibili raccontati da Cècile Kyenge - IJF 14

a cura di Marco Piscedda
 
Ieri alla sala dei priori si è tenuta alla sala dei priori, dove ho seguito per Radiophonica.com l'incontro Migrazione,integrazione,diversità nei media con il film maker Angelo Gianpaolo Bucci e Beatrice Ngalula Kabutakapua giornalista free lance presentati da Jean Claude Mbede. La discussione è stata incentrata sul documentario sulle storie di comunità africane nel mondo, svolto dalla free lance e dal film maker, intitolato (In)visibile cities.
A mio dire interessante documentario girato in diverse città del mondo tra cui Cardiff,Los Angeles New York e molte altre. Nell'incontro si sono soffermati sulla comparazione e della gestione del fenomeno negli Stati Uniti D'America,dove vi è un vero proprio programma denominato "Reset Program".
Negli Usa viene dato asilo ad un numero prestabilito di rifugiati. Le agenzie che se ne occupano cercano di trovare ai rifugiati un alloggio e un posto di lavoro. Si cerca di dare nel paese delle "Grandi Opportunità" una facilità e capacità di procedere nella vita. Il documentario è stato proiettato poi alle ore 21:00 alla sala Raffaello sempre all'hotel Brufani.
I giornalisti hanno girato come hanno definito loro stessi con una "invisible" camera intervistando persone comuni emigrate e facendosi raccontare la loro storia loro speranze di sfuggire a quella condizione di miseria lasciando nei loro paesi mogli e famiglia.Storia che mi ha colpito è stata quella di una coppia conosciutasi in Siria e ella loro scelta di rimanere nel Regno Unito.
Purtroppo non si è potuto seguire tutte le sfumature delle interviste causa assenza di sottotitoli della parziale abilità a comprendere la lingua inglese del sottoscritto. Intervenuta a sorpresa al panel del pomeriggio è stata l'onorevole Cècile Kyenge, ex ministro dell'integrazione nel governo Letta, dove ha presentato il suo libro intitolato "Ho sognato una strada. I diritti di tutti" parlando della sua lotta al razzismo e l'ignoranza come politica poi come ministra usando come uniche armi della fantasia e dell'eleganza.
L'ex ministra ha parlato del suo arrivo in Italia dal Congo all'età di diciannove anni con una valigia vuota ma piena di voglia di riscatto e con in mente una sola cosa il suo sogno,diventare medico. Questo suo sogno, come ci racconta, è legato ad un episodio della sua vita dove l'ha vista all'età di due mesi essere dichiarata morta nel suo mese e salvata poi dal medico che la fece nascere. Non bisogna guardarsi indietro come ripeteva sempre sua madre, bisogna riprendersi l'educazione civica.
Si è parlato della sua prima ribellione del suo rifiuto a non tornare in Congo,dove le circostanze non le permettevano di inseguire il suo sogno e di esercitare il suo diritto allo studio. Infine si è parlato della sua candidatura alle elezioni europee e del suo impegno sulle tematiche dell'immigrazione e dell'integrazione. Ha concluso affermando di essere stata non la ministra degli stranieri ma la ministra per quelli senza voce i cosiddetti invisibili e di ogni cittadino della Repubblica Italiana.
 
 

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