How to: gesticolare in radio
a cura di Amida Agalliu
CampusParty è pieno di conferenze interessanti che declinano la tecnologia in tutte le sue concezioni e mette a disposizione videogiochi e novità digitali che sicuramente non vediamo tutti i giorni: in mezzo a tutta questa varietà, noi delegazione RadUni abbiamo anche avuto il tempo di improvvisare una conferenza inerente a ciò che ci ha condotti qua: la radio.
Cosa si dice in un programma radiofonico? Ci si muove mentre si parla? Come ci si muove?
Queste domande sono state prontamente raccolte da Alice, la vicedirettrice della nostra associazione, che, in piedi di fronte alle apparecchiature per la diretta, con tutti noi sul tavolo con blocco degli appunti alla mano, ha cominciato a istruirci sul come gesticolare durante una puntata radio, ossia quando il pubblico non può vedere i nostri movimenti, e su come la nostra voce si modifica in base alla postura che teniamo al microfono.
Enjoy!
CHE POSTURA TENERE:
Occorre partire da un fondamentale: di fronte al microfono bisogna assumere una posizione, per far si che la voce venga emessa e direzionata nel modo giusto. Ovviamente abbiamo a disposizione mixer e altri miracoli che la tecnologia mette a nostra disposizione per pulire (o anche sporcare) un suono e parlare nel modo migliore, ma il nostro corpo rimane comunque uno strumento molto importante.
La nostra voce può variare in base alla postura che teniamo: stando incassati nelle spalle parleremo con un tono più cavernoso, rimanendo perfettamente dritti la nostra voce sarà più chiara e cristallina. Per farsi un’idea di come la voce cambi in base alla nostra postura davanti al microfono si può immaginare il nostro corpo come un tubo con il quale modulare dei suoni.
Parlando in una stazione radio non si può tenere in conto solo la posizione del nostro corpo durante la puntata per capire come la voce viene percepita dagli ascoltatori, ma va considerato anche il modo in cui essa entra ed esce dal microfono, perciò è importante anche mantenere la bocca alla giusta distanza dallo strumento.
I microfoni, però, non sono tutti uguali: possono essere direzionali e non direzionali, alcuni sono mobili e vanno tenuti in mano (il che comporta una modifica del modo di gesticolare, ma ci torneremo sul prossimo paragrafo), mentre altri sono fissi e stanno ben saldi a quella che viene chiamata “papera”: per esempio, quando si parla di fronte a quest’ultimi e si desidera ottenere un effetto pulito l’ideale è tenere le mani sui fianchi in modo da tenere una posizione fissa e non creare rumori di disturbo muovendo le braccia vicino al microfono.
COME GESTICOLARE, SE GESTICOLARE:
Bisogna stare molto attenti quando si gesticola durante una conversazione in radio perché tra i suoni che cattura il microfono c’è anche lo spostamento dell’aria prodotto dalle nostre mani mentre si muovono.
Un ottimo consiglio per evitare di gesticolare troppo durante una puntata è quello di mettere una penna tra pollice ed indice, in modo da scaricare la tensione su di essa ed evitare l’impellente esigenza che viene, soprattutto se italiani, di accompagnare un discorso con braccia e mani.
A proposito di accompagnare discorsi e di italianità, grazie alla performanza del microfono nel catturare ogni rumore, si possono trasporre anche gesti importanti ai fini della conversazione. Per fornirvi un esempio chiaro e professionale di ciò che ho appena detto citerò la trasposizione via radio del gesto dell’ombrello: farlo davanti al microfono renderà bene udibile agli italiani all’ascolto un movimento d’aria a loro molto familiare e l’inconfondibile schiaffo sul gomito, permettendovi di rendere uditiva un’esperienza visiva e risparmiare le molte parole che questo gesto sintetizza.
MUOVERE IL CORPO IN BASE AL CONTENUTO CHE SI PRODUCE:
Arrivati a questo punto dell’articolo sappiamo che tanti dei mezzi di comunicazione che usiamo nella quotidianità (gesti, sguardi, microespressioni facciali) possono essere trasposti in radio in qualche modo. Possiamo aprofittarne per moltiplicare i contenuti che ci è possibile creare via radio, tenendo sempre presente che dobbiamo insistere sulla nostra voce. Non possiamo trasmettere un’emozione esibendola sul nostro viso, ma possiamo farlo con la giusta intonazione vocale: il pubblico si stupirà con noi sentendo il nostro tono sbalordito, pur non vedendo degli occhi sgranati e una mano davanti alla bocca.
La postura non è importante solamente per ottenere una voce limpida e ben udibile ma ci si può anche giocare durante momenti più comici o radiodrammi: modulando la nostra voce possiamo incuriosire e intrattenere l’ascoltatore. Ingobbirci potrà farci interpretare il ruolo di un mostro o di un boss severo, incassando la testa nelle spalle avremo una voce più rauca perfetta per imitare un anziano.
La voce è indispensabile per il tipo di contenuto che si crea: parlare troppo lentamente nel notiziario delle sette del mattino farà addormentare del tutto l’ascoltatore, così come un tono di voce troppo squillante usato la mattina presto vi farà odiare da quest’ultimo, mentre sarà perfetto per stilare la classifica delle hit nelle puntate pomeridiane.
Insomma, il materiale su cui lavorare quando si gestisce il proprio corpo in una puntata radio è tanto: personalmente non vedo l’ora di poter assistere ad una nuova conferenza improvvisata su come comportarsi in radio e spero valga lo stesso anche per voi!