Iacona racconta i bordelli: chi è l'utilizzatore finale e perché cerca questo servizio

Iacona racconta i bordelli: chi è l'utilizzatore finale e perché cerca questo servizio

Iacona racconta i bordelli: chi è l'utilizzatore finale e perché cerca questo servizio
L'incontro con il giornalista e conduttore di Rai3
 
 
Riccardo Iacona racconta la prostituzione dall'altro punto di vista, partendo dalla domanda “perché tanti uomini adulti italiani vogliono entrare, ed entrano, nel mercato del sesso in un Paese, l'Italia, che sotto questo punto di vista è libero?”. Nel suo programma Presa Diretta, in onda ogni settimana su Rai 3, il giornalista esplora il lato del consumatore finale dell'industria sessuale. Abbandonata la prospettiva della donna, l'inchiesta vuole capire chi è il cliente finale di questo florido mercato. Il ritratto è variegato sotto molti punti di vista, non esiste un utilizzatore finale tipo: c'è il giovane, l'anziano, i ricchi, i poveri, mariti, fidanzati e questo è specchio della varietà offerta, dai veloci lavori di strada alle escort di lusso. Ma quali sono le motivazioni che spingono così tanti uomini a cercare questo genere di incontri? Le ragioni di questo comportamento sono da ricercare nell'immaginario costruito attorno alla figura femminile. La donna, sui media e, soprattutto, nelle pubblicità, è spesso rappresentata come un corpo frammentato: è labbra per pubblicizzare un cosmetico, uno sguardo ammiccante per farci capire che quella è la macchina giusta per noi. Secondo Iacona: “l'Italia ha costruito una sorta di apartheid per le donne”. Tornando all'uomo, come si può tornare a casa, dopo queste esperienze, e vivere una vita normale? Vivere il sesso in questo modo fa diventare l'atto meccanico, la persona viene annientata e ridotta allo stato di oggetto. Il corpo della donna diventa, così, oggettivizzato.
Gli uomini, spiega il giornalista, non cercano la prestazione tecnica da queste donne, non c'entrano kamasutra, moltiplicazione del piacere e prestazioni inconsuete. Chi cerca questi incontri cerca il possesso del corpo, il piacere deriva, quindi, dalla reiterazione dell'atto del possesso di un altro corpo.
Cosa si può fare quindi per far diminuire la pressione che gli uomini hanno sull'immaginario, e non solo, del corpo femminile? Educare. Secondo Iacona è l'unica soluzione. Seguendo l'esempio dell'Olanda, bisogna tornare a educare prima di tutto le famiglie, nuclei in cui il sesso è diventato un argomento di discussione tabù. Poi nelle scuole, dove l'ora di educazione sessuale sembra scomparsa. Ragazze e ragazzi si trovano, quindi, senza la possibilità di un confronto su un argomento che, a certe età, è fondamentale trattare. La questione non è educare a fare sesso, ma educare al rispetto del corpo, proprio e altrui.
 
 
 
 
Marta Negri
Radio Fan
 
 
 
 

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