IJF18 - Storytelling nell'era delle fake news
a cura di Selena Mariano
Come può un giornalista continuare a fare il proprio lavoro in modo onesto quando vive nelle bugie? Questa la domanda a cui si è cercato di rispondere all’incontro “Storytelling nell’era delle fake news”, tenutosi sabato 14 aprile presso la Sala Priori (Hotel Brufani), all’interno del Festival Internazionale del Giornalismo.
Due le principali protagoniste di questa tavola rotonda, Galina Timchenko e Natalia Antelava, senza dimenticare la moderatrice Amie Ferris-Rotman.
Timchenko e Antelava sono due giornaliste, entrambe di origini russe, che hanno avuto da sempre grandi difficoltà quando volevano raccontare la verità. In uno stato come la Russia, raccontano le due donne, non si può svolgere il ruolo di storyteller senza raccontare fake news: “URSS produced fake news for 80 years and so does now, beacause nobody cares about news and nobody wants to hear the truth”, afferma Timchenko (“L’URSS ha prodotto fake news per 80 anni e ancora lo fa, perché a nessuno importa delle notizie e nessuno vuole sentire la verità”).
In questo clima nasce Meduza: una testata giornalistica che cerca di coprire notizie inerenti la Russia, senza nascondere la verità. Meduza segue quattro principi:
1) Non essere troppo serio, ridere ogni tanto va bene
2) Spiega sempre le notizie, i lettori non leggono tra le righe
3) Non ci sono argomenti di alta cultura, né di bassa cultura, ci sono solo notizie
4) Sperimentare sempre
E proprio con la sperimentazione sono usciti fuori molti elementi interessanti, come ad esempio il format corto, ovvero notizie di due o tre righe che sfruttano l’elementoinvestigativo e una foto. Meduza inoltre per tenere vivo l’interesse dei lettori, sul suo sitoonline ha sviluppato dei quiz basati su notizie reali, o piccoli videogames come Super Putin Bros, House of Cards o Bring Them To Church. Meduza ha poi un canale YouTube, in cui sono presenti vari tipologie di video, tra cui anche la satira (https://www.youtube.com/watch?v=iBl9rEDGHvE).
Anche la start-up Coda Story, la cui direttrice è Natalia Antelava, cerca un modo nuovo per raccontare le notizie a dei cittadini abituati a non conoscere la verità. Antelava ha spiegato che ci sono così tante fake news in giro che ormai chiunque si allontana dalla realtà dei fatti perché è così cinici da non credere più a nulla. La disinformazione è un modo per attaccare i giornalisti che, secondo Antelava, funziona benissimo per gli scopi del governo Putin. Per questo ogni giornalista dovrebbe smettere di combattere le notizie false ma continuare a raccontare le storie e coprire problematiche importanti. Antelava ha poi espresso di essere sorpresa nel sapere che i giornalisti considerino il fact checking e il myth busting qualcosa di aggiuntivo alla loro professione, quando in realtà dovrebbero essere parte stessa del lavoro.
Le due giornaliste si sono trovate poi a concordi nel reputare che il modo di far giornalismo stia cambiando, per via delle tecnologie e della quantità di notizie che arrivano in redazione, ma le basi devono restare invariate perché necessarie per fare del buon giornalismo. Hanno poi concluso l’incontro spiegando come pensino un giornalista debba lavorare al giorno d’oggi: bisogna rallentare la diffusione di notizie così che si possa sentire quelle importanti tra le tante arrivate; fare un reporting completo, e comportarsi non come insegnanti verso i lettori ma come amici, in modo da conquistare la loro fiducia.
È stato poi lasciato spazio alle domande.Meduza e Coda Story offrono anche applicazioni per smartphones, oltre che siti web.
Link panel discussion: https://www.youtube.com/watch?time_continue=2561&v=U_3- PYoKYz4