Il Misantropo al Morlacchi

Il Misantropo al Morlacchi

La Stagione di Prosa del Morlacchi prosegue da mercoledì 2 a domenica 6 marzo con un capolavoro del Seicento, Il Misantropo di Molière, protagonista uno dei più importanti artisti del panorama teatrale italiano Massimo Popolizio che torna a Perugia nelle vesti di Alceste, dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno con l’acclamato Cirano.
Massimo Castri, per la prima volta impegnato su un testo di Molière, ne firma la regia e dirige un nutrito cast di attori formato da Graziano Piazza, Sergio Leone, Federica Castellini, Ilaria Genatiempo, Laura Pasetti, Tommaso Cardarelli, Andrea Gambuzza, Davide Lorenzo Palla, Miro Landoni.
Come noto, Molière ebbe il coraggio di iniziare un nuovo genere di teatro, che descriveva senza veli i costumi del suo tempo. I suoi personaggi, presi dalla vita di tutti i giorni, erano avari, sciocchi, ipocriti, scaltri, misantropi, ma tutti avevano in comune un pregio: erano vivi, veri e, per di più, comici.
Sembrerebbe che il Duca di Montasieur, precettore del Delfino di Francia, avesse minacciato Molière di bastonarlo per averlo preso a modello come l’Alceste, protagonista de Il Misantropo salvo poi cambiare idea e ringraziarlo dell’onore concessogli. Sin dal loro primo apparire sulle scene, le commedie di Molière piacquero al pubblico proprio per la novità che rappresentavano anche se, come nel caso citato, egli raramente inventava trame e soggetti originali, sfruttando piuttosto il patrimonio di autori vissuti prima di lui. La sua grandezza è quella di far diventare le storie comuni storie universali, valide per ogni epoca e località. Il Misantropo è allora la storia di chi, contro il parere e i consigli degli amici, non scende mai a compromessi, pone sempre la sincerità al di sopra di tutto, anche a costo di urtare le varie e deboli personalità col rischio, quindi, di perdere ogni possibile protezione.
“Il Misantropo – ci dice Massimo Castri - racconta il rapporto difficile di un uomo con la società che lo circonda, un uomo che vive sostanzialmente un profondo disagio a causa del suo carattere. Molière aveva creato un personaggio che contraddiceva molte abitudini della cultura del suo tempo e quindi incappava spesso in sbagli, errori di comportamento che lo facevano diventare se non comico, quantomeno uno di cui si sorrideva abbondantemente, un personaggio complesso e difficile sia per chi fa la regia sia per chi lo interpreta. Credo che Molière si sia divertito nel costruire Alceste: prende infatti questo uomo con enormi difficoltà caratteriali e gli dà come caratteristica di base, fondante, l’essere innamorato di una donna che è esattamente l’opposto di quello che lui è: se lui è un personaggio in lotta perenne con la società, dall’altra parte abbiamo questa donna che lo è altrettanto fortemente in accordo e vive inserita integralmente al suo interno.”.
Massimo Popolizio partecipa, giovedì 3 marzo, alle 17,30, al Teatro Morlacchi, all’incontro con il pubblico tenuto dal Prof. Alessandro Tinterri, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo e di Storia e Critica del Cinema dell’Università degli Studi di Perugia. Al termine presso il Caffé del Teatro, l’Azienda agraria Terre de la Custodia offrirà al pubblico una degustazione dei propri vini.

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