Il poeta e la sua musa: la sacralità della bellezza femminile secondo Eckhart Schmidt E Marilina Marino

Il poeta e la sua musa: la sacralità della bellezza femminile secondo Eckhart Schmidt E Marilina Marino

di Alessandro Ticozzi
 
 
Tra una proiezione e l’altra, ad un tavolino del bar posto all’interno del Teatro Miela Bonawentura di Trieste mi ritrovo seduto in compagnia del regista Eckhart Schmidt e della moglie produttrice Gorana Dragaš, che lui chiama affettuosamente “Goghi”: insieme a loro, le attrici Marilina Marino e Dalila Forcina, tra le protagoniste (insieme ad altre menzionate nel corso dell’intervista a seguire: Carla Baiamonte, Federica D’Amore, Eletta Del Castillo, Claudia Ida, Mikym Maridati, Sara Marrone, Diane Patierno e Cecilia Saracino) del “ciclo romano” di film sperimentali proposti per il secondo anno consecutivo al Festival Internazionale del Cinema e delle Arti “I Mille Occhi”. Mi fa particolarmente piacere rincontrare Marilina, già tra le interpellate per la mia inchiesta Le brave ragazze vanno in Paradiso. Noi vogliamo andare dappertutto (2015) e da tempo “musa” prediletta del cineasta tedesco, oltre che interessante talento emergente da tenere assolutamente d’occhio: con loro due realizzo quest’appassionante conversazione.
 
Cos’ama soprattutto dell’Italia?
ES: .
Com’è nata in Lei l’idea di sviluppare qui il Suo “ciclo romano”, e come ha poi deciso di strutturarne la realizzazione filmica?
ES: .
In base a quale criterio Lei ha scelto le giovani protagoniste di questi titoli, e come ha successivamente impostato la Sua collaborazione con loro sul set?
ES: .
Entrambe le attrici tra l’altro sono comparse nella popolare fiction Don Matteo, come conferma la stessa Marilina precisando: .
Dai corsi alla Beatrice Bracco, alla Paolo Grassi e al Centro Sperimentale di Cinematografia alle numerose apparizioni in radio, videoclip, web serie, cortometraggi, produzioni teatrali (di prosa o performative che siano) e televisive (tra spot, programmi e fiction), quanto sono state – e continuano ad essere – rilevanti tutte queste esperienze per te in senso formativo?
MM: .
Attraverso primi piani o dettagli di volti e corpi, ho l’impressione che Eckhart cerchi di penetrare nell’animo di queste giovani attrici: egli si augura .
Tra queste sicuramente è proprio Marilina ad essere la Sua “musa” prediletta: com’è nata questa sintonia artistica, e quali sono le qualità umane e recitative che di lei valuta particolarmente?
ES: .
Marilina ricorda così le emozioni provate nell’effettuare tali riprese nella sua natìa Palermo, e – più in generale – l’indissolubile legame con le proprie origini siciliane: .
Cos’ammiri maggiormente di Eckhart come uomo e come intellettuale a tutto campo?
MM: .
Attraverso i personaggi che hai affrontato sinora sotto la sua direzione, cos’hai scoperto di te come donna e cosa pensi egli abbia valorizzato di te come attrice?
MM: .
Eckhart è comunque sia un autore dalle tematiche complesse: ci sono state scene per te difficili da girare con lui?
MM: .
“Non ci si sente violate quando si lavora con Eckhart”, mi raccontava Diane Patierno, attrice franco-casertana il cui volto segnatamente intenso la rende soprattutto adatta ad interpretazioni spiccatamente sofferte, ma che all’occorrenza sa tirare fuori pure una più nascosta – ma non meno efficace – vena ironica. Proprio circa il suo lavoro sulla nudità, io ho la sensazione che lui lo renda una cosa assolutamente naturale, riuscendo così a mettere a proprio completo agio le attrici anche in questo tipo di situazioni: è così?
MM: .
All’ultimo Fantafestival tu hai declamato a suo nome il manifesto Libertà: cos’è la libertà secondo Eckhart, e quanto ti ritrovi nella sua idea di libertà stessa?
MM: .
Sensuale per Eckhart, ma brillante o drammatica in altre tue interpretazioni: come riesci a passare con tanta scioltezza da un registro recitativo all’altro?
MM: .
È da tempo per te fondamentale il sodalizio con Massimo: quali doti ne stimi maggiormente come uomo e come artista a tutto tondo, e quanto credi di essere maturata professionalmente – e di poterti ancora migliorare – grazie ai vostri lavori realizzati assieme?
MM: .
Eckhart riprende così a descrivere le caratteristiche distintive che ritrova nelle ragazze italiane: .
Cosa rappresenta per Lei invece la bellezza femminile più in generale?
ES: .
Quali sono i cineasti italiani che ama di più?
ES: .
Mi rammarico che Eckhart non conosca sufficientemente Alberto Lattuada – come effettivamente egli ammette – in quanto l’approccio che ha all’universo muliebre giovanile filtrato attraverso svariate espressioni artistiche (lirica, scultura, fotografia, letteratura, architettura, oltre ovviamente al cinema stesso) me lo fa abbinare molto al grande regista milanese, pur seguendo quest’ultimo chiaramente un taglio classico rispetto a quello propriamente antinarrativo del collega tedesco: indicandogli la lettura del mio saggio Sull’eclettismo di Alberto Lattuada (2014) e la visione del servizio televisivo dello stesso Fanciulle in fiore (1977), gli ricordo che Fellini è stato un allievo di Lattuada; così come che Guendalina è su sceneggiatura di Zurlini, che poi avrebbe avuto per diversi anni la protagonista Jacqueline Sassard come compagna. Peraltro esiste anche un Alberto Lattuada nipote dell’omonimo cineasta che è musicista, avendo quindi ereditato i geni del bisnonno compositore Felice, che scrisse la colonna sonora anche di alcuni film del figlio: ma anche Marilina di questi casi ne sa qualcosa, dal momento che Ginevra Vancini – insieme a lei aiuto-regista per lo spettacolo Il Campione e il Professore, che l’ha vista anche attrice – ha poi diretto alcuni corti e videoclip peraltro davvero carini. Pertanto Marilina ricorda appunto il loro rapporto collaborativo in quella circostanza, esprimendo inoltre quello che prova nel sapere che Ginevra ha in qualche modo ripreso i geni del nonno Florestano (cui la natìa Ferrara negli ultimi anni giustamente ha dedicato un premio e una scuola di cinema, oltre ad intitolargli uno slargo), tra i nostri maggiori cineasti del dopoguerra: .
Eckhart torna invece a parlare della cultura italiana: .
Lei ha appunto videointervistato tantissimi protagonisti del cinema tedesco, italiano e americano: cosa Le ha lasciato quest’esperienza, e quali sono tra questi i personaggi che serba più nel cuore?
ES: .
Peraltro Marilina è fresca di partecipazione proprio al pluripremiato (nonché candidato all’Oscar) ultimo film di Bellocchio Il traditore, grazie al quale anche il cinema italiano pare cominciare ad accorgersi di lei: .
Quant’è importante per te battersi sempre contro ogni convenzione e stortura sociale, e quanto può essere determinante in tal senso a tuo avviso il ruolo dell’artista come soggetto critico all’interno della società cui appartiene?
MM: .
Cosa significa per te essere un attrice oggi?
MM: .
Quali nuovi traguardi professionali conti di tagliare per affermarti sempre di più in maniera completa?
MM: .
 
Conclude Eckhart circa i suoi ultimi progetti: . Quest’ultima però in realtà sostiene che lui dice sempre così, aggiungendo alfine che mente spudoratamente: lo spettatore più attento che desidera continuare ad assistere ad opere così originali e innovative potrà pertanto tirare un sospiro di sollievo...

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