Il Teatro Stabile dell'Umbria presenta il programma del Teatro Comunale Manini di Narni, stagione prosa e danza 2017/2018
Il 2 ottobre inizia la Campagna Abbonamenti per La Stagione di Prosa 2017/2018 del Teatro Comunale Manini di Narni. Anche quest’anno l’inaugurazione, prevista per giovedì 19 ottobre, è affidata aUmberto Orsini che per la quarta volta ha deciso di allestire a Narni un suo spettacolo, in questa occasione l’artista rimette in scena Copenaghen, suocavallo di battaglia, nato nel 1999 e recensito dalla totalità della critica inmaniera entusiastica, amato da un pubblico sempre numerosissimo e ancorasorprendente per la costante attualità del tema trattato. Con lui in scenaMassimo Popolizio e Giuliana Lojodice.Sabato 28 ottobre va in scena la nuova produzione del Teatro Stabiledell’Umbria Occident Express, scritto da Stefano Massini e interpretato daOttavia Piccolo con la straordinaria Orchestra Multietnica di Arezzo diretta daEnrico Fink. E’ una storia appassionante che racconta del viaggio percorso dauna donna anziana di Mosul in fuga con la nipotina di 4 anni. Una storia vera,un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità incammino. Un racconto spietato fra parole e musica, senza un solo attimo disosta: la terribile corsa per la sopravvivenza. La musica suonata dal vivodall’Orchestra Multietnica di Arezzo contribuisce a raccontare i mille luoghiattraversati dalla protagonista nel suo viaggio; la fantasmagoria di ambienti,climi e spazi diversi.Domenica 26 novembre Tullio Solenghi affronta le più belle novelle delDecameron rendendole vive come in un cabaret contemporaneo, utilizzandofinemente la lingua originale di Giovanni Boccaccio per restituircela chiara edivertente come se fosse un copione di oggi. Uno spettacolo per tutti, divertentee colto.Martedì 12 dicembre in Todi is a Small Town in The Centre of Italygli attori della Compagnia dei Giovani dello Stabile dell’Umbria, CarolineBaglioni, Michele Balducci, Elisa Gabrielli, Stella Piccioni e Ludovico Röhl,interpretano una piccola tribù di trentenni con proprie regole e ritmi: gliappuntamenti preceduti da note vocali su Whatsapp, gli incontri fatti di routine enoia, le chiacchiere a vuoto e i passatempi inventati. Scritto da Liv Ferracchiatiè uno spettacolo teatrale e, insieme, un’inchiesta sui tabù e la morale ai nostrigiorni che chiede al pubblico di farsi, al contempo, oggetto dell’indagine eosservatori di se stessi tramite la scena. Todi diventa così lo specchio dellaprovincia italiana e dell’Italia intera. Francesca Torcolini Pagina 2Vinicio Marchioni, in scena insieme a Francesco Montanari, mercoledì 24gennaio ,dirige una nuovissima versione del capolavoro di Anton Cechov, ZioVanja. Lo stile di Cechov, semplice e sobrio, modellato sul tragicomicoquotidiano restituisce con fascino irripetibile e struggente, le complessesfaccettature dell’esistenza umana anticipando e influenzando tutti i motivisuccessivi della drammaturgia occidentale europea e nordamericana. La regiadi Marchioni, attorniato da un cast di creativi di comprovata qualità artistica eprofessionale, prende le mosse da un profondo studio del mirabile meccanismodrammaturgico dell’originale, per restituirne pienamente il dovuto spessoreculturale.Domenica 11 febbraio è la volta dell’immancabile appuntamento con la grandedanza, il corpo di ballo del Balletto di Siena interpreta Carmen el traidordove la seduzione che caratterizza l’intramontabile versione di Roland Petit,viene totalmente sopraffatta dall’avidità, dalle lotte per il potere e dalla subdolamanipolazione di una mente stratega. La forza di carattere e l’intraprendenza,che da sempre contraddistinguono il personaggio di Carmen, rappresentanoalla perfezione l’energia maschile che sprigiona l’opera del coreografo MarcoBatti, che si muove tra l’intramontabile opera di Bizet e i numerosi braniappositamente composti dal camaleontico Riccardo J. Moretti.Chiude la Stagione domenica 25 marzo, La Vita Ferma di Lucia Calamaro,considerata una delle migliori scrittrici italiane viventi, un racconto che accoglie,sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttostocolpevolizzante, gestione interiore dei morti, il loro modo di esistenza in noi efuori di noi. Uno spazio mentale dove s’inscena uno squarcio di vita di tre viviqualunque - padre, madre, figlia - attraverso l’incidente e la perdita.E’ un dramma “di pensiero”. Anche se si ride. E si ride spesso.