Il tributo a Franco Battiato al Trasimeno Prog Festival
Un piacevole sabato sera quello del 19 agosto al Trasimeno Prog Festival pieno di bella musica e numerosi artisti. Il pubblico ha avuto modo di assistere a tre concerti racchiusi in una singola serata, nella bellissima Rocca Medievale di Castiglione del Lago.
Ad aprire la serata è stata la rock band umbra “La Cruna del Lago”. Non conoscevo il gruppo prima di ascoltarlo sabato sera live, e devo dire che mi ha davvero colpito. La loro musica è piena di sonorità interessanti e le tematiche trattate all’interno dei testi dei brani suscitano sicuramente curiosità. La band hapresentato l’ultimo disco in vinile a edizione limitata, uscito recentemente, dal titolo “Schiere di Sudditi” album che “racconta il mutamento delle forme del potere”.
La serata è proseguita con Gianni Nocenzi, pianista, compositore e fondatore della band “Banco del Mutuo Soccorso”, che ha suonato diversi brani (inediti e non). La sua esibizione è iniziata in maniera decisamente magnetica: una singola nota ripetuta più volte e lasciata scorrere nel silenzio, nel mentre Gianni arricciando le maniche della sua camicia si preparava a cominciare a suonare. Raramente ho visto così tanta connessione “mistica” tra artista e strumento. La cosa che più mi ha lasciato sorpreso è che in qualche modo anche noi spettatori eravamo parte di quella “connessione” nella quale il suono sembra impossessarsi di tutto e non esaurire mai la sua portata espressiva, che giunge fino alle più profonde viscere dell’ascoltatore. C’è una frase detta da Nocenzi durante un intermezzo tra un brano e l’altro che mi ha colpito molto è che torvo molto significativa: “la musica non si può spiegare è un linguaggio autonomo”. Così è la musica di Nocenzi, inspiegabile con il linguaggio verbale ma perfettamente comprensibile e affascinate con quello musicale.
A chiusura della serata vi è stato poi il “Tributo a Franco Battiato” con l’Orchestra Sinfonica Internazionale diretta da Leonardo Quadrini e La Cruna del Lago che assieme a numerosi ospiti sul palco, hanno omaggiato il cantautore siciliano, scomparso nel 2021. Trovo sempre molto affascinante vedere assieme su un palco strumenti classici (viole, violini, violoncelli, flauti traversi, fagotti…) e strumenti elettronici (chitarre e bassi elettrici, sintetizzatori…). D’altro canto, Battiato stesso fu tra i primi a coniugare sonorità classiche con sonorità elettroniche. Il concerto ha attinto a tutto il repertorio del cantautore siciliano, a partire anche dai meno noti (quanto geniali) dischi del “periodo sperimentale”. Le note di “Ti sei mai chiesto che funzione hai?” direttamente dall’Album del 1972 Pollution hanno inaugurato il concerto. Si è poi passato all’ascolto dei grandi classici del Maestro, con brani direttamente da l’iconico album La voce del padrone, come “Summer on a Solitary Beach” (brano fin troppo sottovalutato, tra i miei preferiti in assoluto); brani anche da altri dischi del cantautore come “Prospettiva Nevski” dall’album Patriots e la bellissima quanto struggente “La stagione dell’amore” da Orizzonti Perduti. In alternanza a queste canzoni molto note spesso vi sono stati intermezzi con brani tratti dal repertorio sperimentale. Una scaletta davvero ricca che ha senz’altro soddisfatto chi (come il sottoscritto) ama la produzione musicale di Franco Battiato ed è “orfano” di quest’ultimo. Tutte le canzoni sono state interpretate in ottima maniera, c’è stato un lavoro di orchestrazione e arrangiamento davvero eccezionale che ha saputo rendere al meglio le sonorità del cantautore.
Per quanto riguarda i cantanti è sicuramente difficilissimo confrontarsi con Battiato e il suo timbro vocale decisamente unico. Vi sono frasi e versi di alcune sue canzoni che solo lui è in grado di rendere musicali (penso a “Frammenti” canzone poco conosciuta contenuta nell’album Patriots nel quale Battiato cita versi di testi poetici apparentemente sconnessi tra di loro ma che suonano musicalmente in maniera incredibile; penso a “Centro di gravità permanente” i quali falsetti oltre che essere difficili da sostenere sono iconicamente connessi alla vocalità di Battiato), motivo per il quale cantare una sua canzone non è mai semplice. Gli interpreti che si sono susseguiti nel corso dello spettacolo hanno quindi dovuto cimentarsi con un compito complesso motivo per il quale è assolutamente ammirevole l’ottimo tentativo.
A cura di Giulio Fortunato