Iraq: tra attentati e votazioni. Le urne sono state insanguinate da numerosi attentati.
Si sono concluse ieri sera le votazioni per le elezioni politiche in Iraq, in una giornata in cui si sono susseguiti attentati che hanno provocato oltre un centinaio di feriti e quasi una quarantina di vittime civili, di cui almeno trenta in seguito all’esplosione di colpi di mortaio che hanno colpito diversi edifici nel quartiere sunnita di Azamiyah, a nord di Baghdad. Inoltre numerosi colpi sono stati indirizzati alla Zona Verde, area estremamente protetta in cui hanno sede di edifici governativi del paese e l’ambasciata americana. Gli attentati hanno cominciato a susseguirsi a partire da sabato, quando Al Qaida irachena ha invitato la popolazione a non recarsi alle urne per il voto, per non incorrere nel rischio di esser coinvolti in attentati. Il più grave, tra questi, si è registrato a Najaf, città santa sciita, dove è stata fatta esplodere un’autobomba vicino ad un pullman di pellegrini, provocando una cinquantina di feriti e tre vittime. Hanno avuto accesso alle urne per le nuove elezioni legislative circa 18 milioni di cittadini iracheni; secondo fonti ufficiali la partecipazione alle elezioni politiche, nonostante gli attentati che si sono verificati già in campagna elettorale e nelle giornate di votazione. Il bilancio elettorale definitivo sarà resa nota solo verso la fine di marzo, mentre la formazione di un nuovo esecutivo potrebbe richiedere mesi. Le misure impiegate per garantire la sicurezza delle urne sono state pesanti, sono infatti stati chiusi cautelativamente frontiere ed aeroporti; questa volta i militari statunitensi non hanno partecipato alle operazioni di vigilanza durante il voto. Il Presidente degli Stati Uniti ha affermato, a proposito delle elezioni irachene, che lo svolgimento delle elezioni costituirebbe un tributo a tutte le vittime degli ultimi anni di guerra, lodando il coraggio dimostrato andando a votare, nonostante le violenze.