JIHAD- SFORZO PER UN MIGLIORAMENTO UMANO

JIHAD- SFORZO PER UN MIGLIORAMENTO UMANO

 
 
Primo giorno del IJF15, all'interno della Sala dei Notari. Sono intervenuti importanti esponenti dei diversi credi monoteisti:
Izzedin Elzir Imam di Firenze ,Victor Magiar rappresentante della comunità ebraica ed infine da Mons Domenico Magavero Vescovo di Mazara del Vallo.
La domanda posta dalla relatrice Chiara Longo Bifano è stata: Cos’è la “Jihad”? Cosa significa?
Tutto ciò può essere tradotto come "sforzo", afferma l’Imam di Firenze, necessario a raggiungere un obiettivo, facendo specifico riferimento alla fatica e all'impegno, interiore e materiale, per la causa di Dio. Come è facile intuire, in nessuna di queste definizioni rientra il concetto di 'Guerra Santa' come in Occidente il Jihad è stato dipinto per anni, simil crociata al contrario, conflitto volto a convertire tutto il mondo (gli infedeli) all'Islam attraverso la violenza.
Il grande “Sforzo”, la strada di un incontro può avvenire con la conversione , non tanto attraverso la condivisione di un credo ma di valori umani, migliorando se stessi.
E come si può migliorare se non attraverso l’arte la bellezza e cultura, parole chiavi necessarie per costruire un ponte con la religione, nato per rompere la superficie marginale delle cose.
Capire le cose, porle nel giusto equilibrio attraverso il giusto uso dei media, cercando di declinare i termini come “jihad” nella loro giusta accezione senza incorrere in interpretazioni errate, fautrici di incomprensioni discriminazioni.
La preghiera, può essere connessione tra le varie religioni, dimostra come esistano dei punti di contatto straordinari nella ricerca introspettiva del Divino.
Lo scopo di un vero dialogo interreligioso come spiegato dai tre relatori non sta infatti nella politica, ovvero nella composizione della convivenza tra uomini con esperienze religiose diverse, ma sta nella ricerca della verità, e nell’omaggio a essa. La verità non è un termine filosofico astratto, ma l’elemento più vitale di un’esperienza pienamente umana, personale e collettiva.
 
Il dialogo come fondamento della civiltà, dunque, non è solo un bilancio, al contrario intende essere la base sulla quale ricercare questi tratti comuni di umanità attraverso un’indicazione: la costruzione di un dialogo “tra uomini viventi le situazioni storiche, le situazioni esistenziali che ogni epoca pone.
 
 
Marco Piscedda
 
 

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