LEADERSHIP, NEW MEDIA AND PUBBLIC OPINION

LEADERSHIP, NEW MEDIA AND PUBBLIC OPINION

 LEADERSHIP, NEW MEDIA AND PUBBLIC OPINION
 
 
Questi i temi della conferenza tenutasi oggi all'Hotel Brufani da parte di Sara Bentinvegna (University of Rome, la Sapienza), Fabio Bordignon (University of Urbino), Marco Bracconi (La Repubblica). Una forte analisi critica su questi tre punti - Leadership, new media, pubblic opinion - i quali sembrano da un lato inscindibili, dall'altro fautori e realizzatori del nuovo sistema di fare politica, di approcciarsi ad esso, e non solo da parte dai cittadini ma ancor di più da parte dello stesso corpo politico. Di questa relazione tripartisan massimi fruitori e beneficiari sono stati, nel corso di questi ultimi vent'anni di politica italiana, Silvio Berlusconi, con Forza Italia prima e con il PDL poi, in tempi relativamente più recenti Bebbe Grillo con il movimento cinque stelle e non ultimo lo stesso Matteo Renzi.
Quello che viene rilevato, da questi straordinari ospiti del International Journalism Festival è, al di la del conflitto di interessi, la straordinaria funzione propagandistica che ha avuto, in modo particolare nel 1994-95, la televisione per la compagna elettorale di Berlusconi; il quale ha potuto tramite essa anzitutto azzerare la distanza con l'elettorato, rendendo di conseguenza, quella, e tutte le successive elezioni una sorta di 'referendum ad personam'. Diverso è il caso di Grillo che, per la sua propaganda, invece si è servito maggiormente del web, mentre, anche se in forma notevolmente ridotte, nel caso di Matteo Renzi abbiamo ancora una volta una preponderanza del mezzo televisivo. Resta, in ogni caso, per questi personaggi politici un risultato di grande impatto mediatico e successo populistico e popolare. La politica ha cambiato faccia e con essa anche lo stesso concetto di democrazia, si avverte quindi un passaggio da una 'democrazia del controllo' al così detto 'controllo della democrazia', dove l'attenzione deve essere posta sullo spostamento d'accento, e quindi di significato, che subisce sia l'idea di controllo sia quella di democrazia. Come direbbe Pierre Rosanvallon questa è l'era della controdemocrazia risultato inevitabile della grande sfiducia verso le istituzioni.
 
 
 
Marielena Arigliani
 
 

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