“L’Interpretazione dei Sogni” di Stefano Massini - Recensione
“L’Interpretazione dei Sogni” di Stefano Massini - Recensione
“Dove andiamo quando sogniamo? Che cosa cerchiamo di dire a noi stessi in quello spazio sospeso, ulteriore e intermedio, che ci accoglie appena chiudiamo gli occhi?” sono queste le domande che aprono il programma di sala dello spettacolo L’Interpretazione dei sogni di Stefano Massini in scena al Teatro Morlacchi di Perugia dal 24 al 26 novembre. Massini riprende il suo lavoro su Freud cinque anni dopo averne già realizzato una versione teatrale al Teatro Strehler di Milano. In questa versione, Massini si fa autore e interprete prendendo per mano lo spettatore per condurlo nelle pagine più celebri della storia della psicologia. Pagine che ci parlano delle più profonde, oscure e inaccettabili verità che si celano dietro a incomprensibili immagini oniriche. La scena è semplice: sulla sinistra tre musicisti (tastiere e trombone – Saverio Zacchei; chitarra – Damiano Terzoni; violino – Rachele Innocenti) che eseguono le note di Enrico Fink; sullo sfondo uno schermo bianco dove vengono proiettate alcune immagini e dove vi è disegnato un enorme occhio. Proprio quell’enorme occhio è il primo elemento che colpisce lo spettatore, ci si senti quasi impietriti difronte a quello sguardo. In termini sartriani “oggettivati”, ma subito Massini col suo estro narrativo magnetico ci spiega cos’è quello sguardo: questo è letteralmente una “via d’accesso”, la via che conduce il dottor Freud all’inconscio e che gli apre un mondo fino a quel momento totalmente inesplorato. Il filosofo Paul Ricoeur in un celeberrimo articolo definisce Sigmund Freud uno dei “maestri del sospetto” assieme a Karl Marx e a Friedrich Nietzsche. I maestri del sospetto sono coloro che hanno smascherato, rovesciato e rivoluzionato le elaborazioni filosofiche di una società figlie di un’ebbrezza di razionalità. Freud è forse tra i più significativi fautori di questo movimento, perché la scoperta dell’inconscio - che inizia proprio da quello sguardo - ha letteralmente scosso le convinzioni di ogni essere umano. Se prima si credeva l’umano razionale e consapevole di ogni sua funzione mentale, Freud ci dice che tutto questo è falso in quanto la profonda essenzialità dell’essere umano sta nella irrazionalità del mondo inconscio. Un mondo totalmente oscuro e spesso incomprensibile. Nel corso dei suoi studi, questa oscurità si rivela in realtà apparente. Perché Freud capisce che da quello sguardo da cui è partito può iniziare a tradurre il linguaggio dell’inconscio, a sbrogliare una massa apparentemente informe che cela in realtà significati fin troppo chiari e per questo inaccettabili, artefatti e rielaborati dalla vita cosciente. Qual è il linguaggio dell’inconscio? Massini attraverso Freud lo spiega immediatamente allo spettatore: è il sogno con i suoi contenuti narrativi e teatrali con tanto di personaggi, scenografia, battute ed elementi scenici. Dietro a questa drammaturgia si nascono numerosi significati e contenuti. Ecco allora che il dottor Freud inizia a sperimentare l’interpretazione dei sogni e arriva a definirla “la via regia per la conoscenza dell’inconscio, il fondamento più sicuro della psicoanalisi”. Massini con il suo spettacolo regala allo spettatore la possibilità di viaggiare e scuotere le corde più profonde del proprio “Io”, attraverso il racconto del dottor Freud e dei casi clinici che egli dovette affrontare; e attraverso la forma più “pura” e simile a un sogno, il Teatro. Lo spettacolo del drammaturgo toscano si rivela essere un significativo invito alla riappropriazione attraverso “l’occhio interiore” senza avere paura di guardare fino in fondo.
A cura di Giulio Fortunato