L'Onda di Perugia protesta all'inaugurazione dell'Anno Accademico
L'Onda di Perugia torna a farsi sentire dopo l'autunno caldo del 2009, in cui venne occupata un'aula del Dipartimento di Matematica. L'occasione è la cerimonia più importante dell'anno: l'inaugurazione dell'Anno Accademico, svoltasi stamane all'interno dell'Aula Magna dell'ateneo pubblico perugino.
Questo il comunicato dell'Onda Perugia: "Il 702-esimo Anno Accademico dell'Università di Perugia è stato inaugurato. In pompa magna, come sempre. Rettore in ermellino professori togati, come sempre. Goliardi al seguito, Inno d'Italia e via. Tanto rumore per nulla. Tante chiacchiere per dire che nonostante tutto l'università sta andando avanti.
E di fronte a tanto tradizionale clamore, onda Perugia ha deciso di attuare una protesta silenziosa. Non appena il magnifico ha cominciato la sua prolusione indicando i 'successi' dell'Università di Perugia del 2009, una decina di student* e precar* dell'onda hanno indossato un cappuccio nero da massone, si sono alzati in piedi ed hanno esposto i cartelloni con i reali risultati raggiunti dall'università in questo ultimo anno:
le tasse universitarie sono aumentate, fino a 400 euro;
i borsisti hanno dovuto pagare le tasse in attesa di un futuro rimborso, ma i loro soldi sono stati messi a bilancio dal Consiglio di Amministrazione;
l'assistenza sanitaria per gli studenti, rimossa nel 2008, non è stata ripristinata;
le borse di dottorato finanziate direttamente dall'università sono state ridotte del 70%, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio ha preso in mano la gestione di dottorati ed assegni di ricerca post-dottorato;
numerosi professori ordinari, alle soglie della pensione, sono stati nominati emeriti con una bolla rettorale per risparmiare su nuovi contratti di docenza e per rafforzare il reticolo di potere che controlla l'università;
i nostri soldi sono stati usati per oscuri ed esotici investimenti immobiliari a Manhattan, mentre il polo ternano, ritenuto ormai economicamente non produttivo, è messo in liquidazione in attesa che i benemeriti confindustriali del luogo si gettino sulla sua carcassa senza sprecare un soldo;
Bistoni ha organizzato all'interno di spazi universitari una serie di incontri con politici ed industriali locali parlando in qualità di presidente di una associazione (Università per l'Umbria) con sede legale al rettorato.
Tutto questo è indice di come Bistoni nell'ultimo anno si sia solo preoccupato di trasferire i tagli imposti dalla controriforma universitaria firmata Gelmini-Tremonti interamente su studenti e precari e abbia cominciato a gettare le basi per un futuro passaggio dell'Università di Perugia a Fondazione di diritto privato.
E a chi ci invita a lasciar perdere o ad adattarci alla nuova realtà dell'università privatizzata, noi continueremo a rispondere. Anche in silenzio.
Perché il nostro silenzio urla più di tante vuote parole."