Morabeza di Tosca sbarca al Morlacchi.

Morabeza di Tosca sbarca al Morlacchi.

Morabeza di Tosca sbarca al Morlacchi.
E si “sbarca” è proprio il verbo più azzeccato per descrivere questo incredibile spettacolo, in quanto è una commistione di generi, lingue, sonorità e culture provenienti da tante parti del mondo differenti. 
 
Lo show inizia con delicatezza, in una scenografia volutamente “caotica” ricchissima di strumenti musicali che sembrano occupare ogni metro quadrato del palcoscenico; nel buio, solo una debole luce blu che illumina a mala pena la figura della cantante, distesa su una poltrona posta al centro del palco, con le gambe comodamente adagiate su un enorme mappamondo. 
 
Immediatamente la cornice di questo inizio ci fa capire in che contesto ci porterà il suo spettacolo, apre con “La Mia Casa” una commovente storia che ci fa fare un salto nel mondo di un’anziana signora sarda per cui la casa ha sempre rappresentato tutto. Subito dopo cambiano completamente i toni, in un brano dalle sonorità tribali, ricchissime di percussioni che conducono lo spettatore in una nuova parte del “mappamondo”. 
 
Tosca alterna brevi riflessioni sul viaggio, sul tempo, sull’amore e sulla vita dell’artista, passando per canzoni solo voce e cori di delicatezza estrema, sino ad arrivare a brani straripanti di energia musicale nella sua accezione più alta (abbiamo infatti tamburi, maracas, archi, pianoforte, urla, fischi e chi più ne ha più ne metta).
Accompagnata da musicisti di grandissimo talento a cui concede gli spazi e i tempi di brillare facendoli esibire a turno in assoli straordinari, Tosca riempie il palco con la sua voce, la sua eleganza e la sua sconfinata cultura musicale.
Morabeza porta in scena canzoni che vengono dal mondo e che parlando del mondo, spettacolo  multilingue che ci ha fatto gustare canti in portoghese, in spagnolo, in arabo, romeno, francese e perché no, un po’ di romanesco, il tutto magistralmente interpretato da Tosca e gli altri musicisti nell’arco di due ore abbondanti che a noi sono sembrate volare.  
 
Tra la moltitudine di brani eseguiti, ricordiamo particolarmente la splendida versione di “Piazza Grande” di Lucio Dalla con la quale ha vinto la serata delle Cover nel Sanremo 2020 e “Ho Amato Tutto”, canzone grazie alla quale sempre in quel Sanremo, si è aggiudicata il premio dell’orchestra. Unico punto dolente: la mancanza di “Quando Viene Dicembre” dal film d’animazione “Anastasia” del 1997 (ma quello sarebbe stato più che altro un mio personalissimo piacere, con la sua bravura le si perdona tutto!).
 
Insomma, lo spettacolo di Tosca vale veramente la pena di essere vissuto. Chi è suo fan amerà vederla in azione, chi non lo è ma è amante della Musica con la M maiuscola, tornerà a casa con un grande senso di soddisfazione.
 
A cura di Ruben Gulli

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