Oliviero scrive a Napolitano

Oliviero scrive a Napolitano

Il prof. Maurizio Olivero, Amministratore unico dell'A.Di.S.U. (Angenzia per il Diritto allo Studio dell'Umbria) scrive al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per porre l'attenzione sui tagli alle risorse per il diritto allo studio.
Ecco il testo integrale della lettera:
Illustrissimo Presidente,
mi chiamo Maurizio Oliviero e Le scrivo in qualità di amministratore dell’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario dell’Umbria (Adisu).
In questi giorni il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ci ha comunicato il riparto del Fondo integrativo per le Borse di Studio per l’anno 2010. Nonostante le rassicurazioni informali raccolte negli ultimi mesi, quando il Ministro si era più volte espressa in merito alla piena tutela del principio costituzionale sancito all’art. 34 della nostra Carta costituzionale, ci ritroviamo a prendere atto che formalmente tale fondo è stato decurtato di circa l’80% (dai 246 milioni del 2009 si è arrivati a 96 milioni per il 2010; per il 2011, addirittura, ci è stato comunicato che saranno stanziati poco più di 26 milioni!).
La conseguenza pratica di tali decisioni comporta nella sostanza che, ad esempio in Umbria, quest’anno dei circa 5000 giovani aventi diritto, solo un migliaio riusciranno a ricevere la borsa di studio. La nostra Agenzia, tra l’altro, negli ultimi cinque anni grazie ad un contributo specifico della Regione è riuscita a garantire sempre il 100% delle borse agli aventi diritto. Ovviamente tali difficoltà riguarderanno l’intero Paese, con aree che probabilmente presenteranno maggiori criticità perché non potranno contare nemmeno sui contributi regionali.
Illustre Presidente, sono consapevole della delicata situazione economica che ci attanaglia, mi chiedo tuttavia se e come si possa immaginare il futuro senza un adeguato investimento sui nostri giovani. Cosa vuol dire quando nelle leggi della nostra Repubblica leggo che sono scritte per “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all’istruzione superiore e per consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi”? Io ci leggo l’art. 3 della Costituzione, gli artt. 2 e 34: ci leggo un principio fondante l’essenza stessa della nostra democrazia.
Qui non si tratta di intervenire sugli sprechi, né tanto meno sui costi di burocrazie appesantite: credo, sommessamente, che sia in gioco la dignità stessa di ogni essere umano. Chi le scrive, è anche grazie al diritto allo studio che oggi può rivestire il ruolo di docente nelle nostre Università pubbliche!
Illustrissimo Presidente, nei prossimi giorni dovrò comunicare a migliaia di studenti che, nonostante l’impegno e il merito dimostrato, non siamo in grado di erogare loro una borsa di studio: cioè che non siamo in grado di rendere effettivo un loro diritto. Come me, molti altri nelle rispettive Regioni. Innanzitutto da cittadino, con profonda amarezza e sconforto, sento il dovere di rivolgermi a Lei, affinché, con il senso istituzionale che La contraddistingue, sia pure nel rispetto dei ruoli costituzionali, possa raccogliere questa istanza di democrazia e di civiltà, interpretando i sentimenti dei tanti nostri giovani, unica speranza di progresso e sviluppo della nostra umanità.
Inoltre a questo link è ancora possibile ascoltare la risposta del prof. Oliviero alle dichiarazioni del presidente della regione Piemonte Cota http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/372713/). Ricordiamo brevemente che il presidente della regione sosteneva di voler dare le borse di studio solamente agli studenti piemontesi e che le altre regioni dovrebbero pagare gli studenti che decidano di spostarsi.

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