Paolo Mieli al Teatro della Sapienza
Protagonista del primo pomeriggio di sabato al Festival del giornalismo è stato Paolo Mieli, che, in un Teatro della Sapienza gremito in ogni ordine di posti, ha catturato l'attenzione dei presenti con un incontro sulla libertà d'espressione e sulle sue problematiche, accompagnato sul palco da Maurizio Zincone del Corriere della sera.
Si entra subito nel vivo del dibattito, con la domanda su eventuali limiti alla libertà di espressione, in particolare quella del giornalista: secondo Mieli c'è il diritto di dire tutto, senza limiti, perché nel momento in cui a quella libertà vengono messi dei paletti, è in quel momento che se ne tradisce l'essenza stessa.
Il presidente di RCS, con l'eleganza e la sobrietà che lo contraddistinguono, si spinge fino al punto di affermare - suo vecchio pallino - che anche il negazionismo dell'Olocausto possa essere tranquillamente sostenuto e diffuso, senza che si debba prevedere una sanzione penale nei confronti di chi lo fa, perché una società democratica matura ha a sua disposizione altri tipi di strumenti, molto più efficaci, per controbattere ed annullare quelle tesi.
Nel dibattito, spazio ancora al ruolo della propaganda nei regimi autoritari del XX secolo - necessario veicolo per il consenso delle masse - e negli anni più recenti, contrassegnati dal terrorismo degli anni Settanta e da quello di matrice islamica del duemila: non poteva infatti mancare una digressione piena di amarezza sui fatti di Charlie Hebdo. Mieli si è peraltro concentrato non solo sulla libertà di espressione, ma anche sul ruolo odierno del giornalista e sulle pressioni che può subire dall'esterno, in particolare dalla politica.
Per finire, qualche accenno anche all'attualità, con il rapporto tra media e premier Renzi e con la questione dei maró sotto indagini in India, con il presidente Mieli che ha suggerito di non snobbare la giurisdizione indiana, invitando ad una soluzione che tenga conto delle istanze di tutte le parti in causa.
Peccato che non sia stato possibile fare delle domande a Mieli per mancanza di tempo, dovuta anche agli impegni del diretto interessato.
A cura di Valerio di Rollo