Par condicio, stretta sui talk show politici da parte del centrodestra

Par condicio, stretta sui talk show politici da parte del centrodestra

La decisione di fermare quelli che ormai sono "pollai televisivi" non è ne "scandalosa", ne "preoccupante" anche perché potrebbero essere sostituite da tribune politiche. Parole di Silvio Berlusconi che, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa, difende la decisione della commissione di vigilanza della Rai per l'applicazione della par condicio.
E affonda sulla par condicio: "Continuo a ritenere che si deve abolire la par condicio reintroducendo quella norma che stabilisce presenze televisive proporzionali ai voti".
La decisione della commissione di vigilanza Rai consiste nella sospensione delle trasmissioni di approfondimento nel mese precedente le elezioni regionali, dal 28 febbraio al 28 marzo.
La norma è stata varata dal centrodestra col voto del relatore Marco Beltrandi.
Sostiene Beltrandi: «Le nuove regole stabiliscono che i programmi di approfondimento possano scegliere. O ospitare nei loro spazi le tribune politiche, oppure andare in onda in orari e fasce diverse. Dipenderà da Vespa, da Floris, da Santoro, cioè dai responsabili delle trasmissioni. In ogni caso, se decideranno di andare in onda in altre fasce orarie, dovranno obbedire alle regole della comunicazione politica e cioè delle tribune»
Critiche sul provvedimento arrivano da tutto il mondo televisivo e dall'opposizione.
Michele Santoro parla di «abuso di potere che non ha alcun fondamento legale».
Giovanni Floris si scaglia contro «l'ingordigia della politica che si mangia l'editore, l'azienda, i conduttori, i giornalisti, gli ospiti e i telespettatori che pagano il canone».
Anche Bruno Vespa, pur sottolineando di aver sempre rispettato la par condicio, definisce «molto grave» l'azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e si augura che ci possano essere spazi di mediazione.
«La decisione della commissione va rapidamente riconsiderata» è l'auspicio del leader del Pd Pier Luigi Bersani, secondo cui «non c'è incompatibilità alcuna tra le trasmissioni di approfondimento giornalistico, che ricadono sotto la responsabilità dei conduttori e il controllo della commissione di Vigilanza, e l'apertura nel palinsesto di finestre elettorali che mettono tutte le forze in parità di condizione».

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Politica Nazionale