Perugia Social Photo Fest: al via l'edizione 2016
Dall'11 al 28 marzo il Perugia Social Photo Fest 2016, festival all'insegna della fotografia sociale e terapeutica e con il tema "cecità".
Il festival internazionale dedicato alla fotografia sociale e terapeutica che affronta quest'anno il tema della cecità intesa non solo come incapacità di vedere, ma anche come atteggiamento emotivo e sociale. Blindspot (punto cieco, punto debole è il tema della manifestazione) è diviso in due differenti sezioni: “Fotografia Sociale” (dove la fotografia è intesa come mezzo di presa di coscienza su temi contemporanei) e “Fotografia Terapeutica” (come mezzo di riattivazione della percezione). Tra i tanti che esporranno al Social Photo Fest 2016 ci sono anche i fotografi non vedenti Evgen Bavcar (con “Narcise san Miroir”) e Kurt Weston (con “Blind Vision”).
Sono 14 le mostre in programma, oltre le due mostre di vincitori della Call for Entry: Fuori dall’Ombra di Silvia Amodio, L'amore di Betania di Valerio Bispuri, First sight di Brent Stirton, Claps anymore di Alec Dawson, Lucha di Marianna Ciuffreda, Chiara Moncadae Marco Vignola, Outside Under Bucharest di Massimo Brancae Igor Marchesan (Collettivo Fotosocial), Letizia di Danilo Garcia Di Meo, From the past di Karl Mancini, Dependency di Giovanni Presutti, In-Sight, In-Mind di Steve Erra, Mark Andres, Victorine Floyd Fludd (Collettivo SEEING WITH PHOTOGRAPHY, New York), Rare Lives di Aldo Soligno, Iris di Alessio Vissani. Confermate anche due ulteriori mostre dei fotografi non vedenti Evgen Baycarcon Narcise san Miroir e Kurt Westoncon Blind Vision.
Da un lato la “fotografia sociale” che denuncia, riflette, riscatta, da voce agli ‘esclusi’, e dall'altra “fotografia terapeutica” che scuote e stimola la percezione ed esplorazione della coscienza.
Le mostre potranno esser visitate al Museo Civico di Palazzo della Penna.
"Dall’incapacità fisica di vedere, inteso come atto di registrazione della realtà e acquisizione di un’immagine, ai processi di disconoscimento delle proprie emozioni che possono portare all’analfabetismo emotivo, fino alle azioni, individuali o collettive, di filtraggio e modifica delle informazioni come estrema difesa di uno stato di equilibrio mentale, che possono degenerare in una chiusura totale verso ciò che appare una minaccia per l’individuo, la società, i sistemi sociale e politici. Mantenere una visione chiara e nitida rappresenta una sfida in cui l’unica certezza è determinata dalla verità, ossia da ciò che ci rende liberi di accettare noi stessi e gli altri senza un gioco di proiezioni o idealizzazioni".