Presentazione del rapporto 2014-2015 sui diritti umani di Amnesty International a Perugia

Presentazione del rapporto 2014-2015 sui diritti umani di Amnesty International a Perugia

 
Sabato 23 maggio alle ore 17 presso la Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni in via Monteripido 2, a Perugia, il gruppo di Perugia di Amnesty International organizza un incontro nel quale verrà presentato il rapporto 2014-2015 sui diritti umani elaborato come ogni anno da Amnesty International.
All’incontro interverranno Antonio Marchesi presidente della Sezione italiana di Amnesty International e la dott.ssa Raffaella Nigro docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia.
In occasione della diffusione in Italia di questo rapporto, Antonio Marchesi ebbe modo di dichiarare: “Il 2014 è stato un anno catastrofico per milioni di persone intrappolate nella violenza. La risposta globale ai conflitti e alle violazioni commesse dagli Stati e dai gruppi armati è stata vergognosa ed inefficace. Di fronte all’aumento degli attacchi barbarici e della repressione, la comunità internazionale è rimasta assente”.
Come nelle edizioni precedenti, il rapporto sui diritti umani 2014-2015 contiene un capitolo riguardante l’Italia.
Al centro delle preoccupazioni di Amnesty International, per quanto riguarda il nostro paese, restano la perdurante assenza del reato di tortura nella legislazione nazionale, la discriminazione nei confronti delle comunità rom, la situazione nelle carceri e nei centri di detenzione per migranti irregolari e il mancato accertamento - nonostante i progressi compiuti su qualche caso - delle responsabilità per le morti in custodia, a seguito d’indagini lacunose e carenze nei procedimenti giudiziari.
“Durante il semestre di presidenza dell’Unione europea, l’Italia ha sprecato l’opportunità di dare all’Europa un indirizzo diverso, basato sul rispetto dei diritti umani, sul contrasto alla discriminazione e soprattutto su politiche in tema d’immigrazione che dessero priorità a salvare vite umane, attraverso l’apertura di canali sicuri di accesso alla protezione internazionale, piuttosto che a controllare le frontiere” - dichiarò Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, sempre in occasione della diffusione in Italia del rapporto.
 
 
 
 
 

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