Rapporto 2014-2015 - "Diritti Umani" - Amnesty International

Rapporto 2014-2015 - "Diritti Umani" - Amnesty International

 
Sabato 23 maggio si è svolto, presso la biblioteca comunale San Matteo degli Armeni, a Perugia, un incontro organizzato dal gruppo di Perugia di Amnesty International, nel corso del quale è stato presentato il rapporto annuale di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani in 160 paesi.
Hanno partecipato all’incontro il presidente della sezione italiana di Amnesty International Antonio Marchesi e la professoressa Raffaella Nigro, docente presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia.
Antonio Marchesi ha esposto le linee generali del rapporto, rilevando inizialmente che nel corso del 2014 la situazione dei diritti umani è sensibilmente peggiorata. “Le ombre hanno superato di gran lunga le luci” ha dichiarato Marchesi. Il motivo principale di tale peggioramento è stato individuato nel proliferare dei conflitti armati, che hanno determinato un forte incremento delle persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e raggiungere altri Paesi. Si è cioè registrato un consistente aumento dei rifugiati, o quanto meno di quanti vorrebbero che fosse loro riconosciuto lo status di rifugiato. L’esodo di proporzioni maggiori si è riscontrato in Siria: sono stati infatti costretti a fuggire 4.000.000 di siriani, il 90% dei quali si è recato nei Paesi vicini. Altro elemento di criticità è stata la diffusione dell’utilizzo di metodi di contrasto al terrorismo sbagliati ed inefficaci: in diversi paesi dietro la scusa della lotta al terrorismo si è fatto un uso sistematico della tortura.Nel 2014 si sono però potuti registrare anche dei progressi nella difesa difesa e nella garanzia dei diritti umani:uno su tutti l’introduzione del Trattayo sul commercio delle armi.
Una parte del rapporto, ha proseguito Marchesi, riguarda anche l’Italia.Nel nostro Paese, secondo il rapporto, i più importanti casi di violazione dei diritti umani riguardano la discriminazione nei confronti delle comunità rom, la situazione nelle carceri e nei centri di detenzione per migranti irregolari, il mancato accertamento - nonostante i progressi compiuti su qualche caso - delle responsabilità per le morti in custodia, a seguito d’indagini lacunose e carenze nei procedimenti giudiziari, la perdurante assenza del reato di tortura nella legislazione nazionale. Su quest’ultima questione Marchesi ha espresso la preoccupazione che dopo l’approvazione del disegno di legge dalla Camera, eventuali modifiche al Senato con il conseguente obbligo di un ulteriore passaggio parlamentare, possano compromettere il raggiungimento dell'obiettivo finale di introdurre un reato specifico di tortura nel nostro ordinamento.
La professoressa Raffaella Nigro ha fatto una panoramica sugli strumenti giuridici relativi alla tutela dei diritti umani, soffermandosi sull’importanza dell’azione svolta dalle organizzazioni non governative, in primo luogo Amnesty International, che hanno contribuito e contribuiscono all’elaborazione dei trattati internazionali, che agiscono di fronte agli organi di controllo e a quelli giurisdizionali affinché quei trattati siano effettivamente rispettati, i cui rapporti vengono a volte utilizzati dagli organi giurisdizionali per elaborare le loro decisioni.
Come già sottolineato, l’incontro è stato organizzato dal gruppo di Perugia di Amnesty International al momento l’unico gruppo esistente in Umbria. In questi mesi si sta però lavorando affinché sia costituito un gruppo anche a Terni, Pertanto, nei prossimi mesi, l’azione di Amnesty in Umbria si intensificherà ulteriormente, operando nelle forme già individuate da tempo: la realizzazione di incontri informativi che rendano la popolazione umbra sempre più consapevole della situazione dei diritti umani in Italia e nel Mondo, le attività di educazione ai diritti umani promosse nelle carceri, nelle scuole e presso l’università di Perugia, le raccolte di firme che tendono ad affrontare e a risolvere i problemi di singole persone che in vari Paesi sono sottoposte a violazioni particolarmente gravi dei loro diritti.
 
 
 
 
 

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