“Shadow”: la spietata illusione dell’amore narrata dagli El Gato Peligroso

“Shadow”: la spietata illusione dell’amore narrata dagli El Gato Peligroso

Qual è la qualità più importante che un singolo d’esordio deve possedere? Quella di accendere nell’ascoltatore il desiderio di voler ascoltare immediatamente altro materiale dell’artista/band che ha creato il suddetto brano.
Chi vi scrive è al 24esimo ascolto di “Shadow”, il primo pezzo pubblicato oggi a mezzanotte dal trio El Gato Peligroso, e non riesce a smettere di premere il tasto “play”.
Gli El Gato Peligroso sono un trio umbro “slow rock”, come loro stessi si definiscono, “che puzza di whisky, tabacco e Chanel Eau Vive”. Seppur non avessero pubblicato ancora nulla prima del brano protagonista di questa breve recensione, hanno all’attivo decine e decine di live in giro per l’Umbria nei locali e sui palchi di alcuni dei festival più importanti della regione.
Ho avuto più volte l’immenso piacere di ascoltarli e, ogni volta, rimanevo stregato dalla straordinaria autenticità del loro stile. La sfida era quindi quella di riuscire a trasmettere la loro magnetica e seducente aura all’interno del freddo file audio digitale: i tre ci sono riusciti alla grande.
Il pezzo ha un sound denso, granuloso, curato ma mai plasticoso, grezzo ma tutt’altro che grossolano. L’atmosfera decadente del desert rock d’oltreoceano viene restituita in una maniera talmente credibile che ha dello strabiliante per una band italiana. Ogni strumento ha una personalità decisa: il basso di Ilaria tesse una stupenda tela sorretta dalla batteria sabbiosa ma al contempo ossessiva di Federico permettendo così alla voce e alla chitarra di Matteo di conquistarci e di raccontarci la storia del protagonista, tutt’altro che positivo, del brano.
La canzone è cantata dal punto di vista di “Shadow”: una persona spietata, incapace di amare, che si fa beffe del povero ragazzo che ha perso la testa per lei. Il povero illuso è completamente innamorato e, malgrado “Shadow” cerchi di fargli comprendere la sua totale assenza di empatia, crolla inesorabilmente come le tessere del domino, affogando nelle proprie illusioni e assicurandosi così l’infelicità.
La crudele onestà del testo viene restituita magistralmente dal cantato di Matteo che, grazie all’apporto di una strumentale impeccabile, rende “Shadow” irresistibile.
Parafrasando le parole della protagonista del pezzo, è davvero difficile non essere “so easy to fall in love” per questa canzone e per gli El Gato Peligroso.
 
Voce, chitarra, synth: Matteo Silvestri
Basso: Ilaria Monetari
Batteria: Federico “Skikki” Sereni
Registrato e mixato da Daniele Rotella e passato su nastro analogico allo studio “L’amor mio non muore” di Roberto Villa.
 
A cura di Federico Giovagnoli
 
 

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