(s)Nodi
Viaggiare alla scoperta dei ricchissimi patrimoni musicali di tutto il mondo restando in un unico luogo, Bologna. Da nove anni il festival di "musiche inconsuete" (s)Nodi: dove le musiche si incrociano, promosso dal Museo internazionale e biblioteca della musica, è un punto di riferimento irrinunciabile per tutti coloro che restano in città e vogliono vivere l'estate ascoltando musica dal vivo, grazie alla sua identità che trova nella contaminazione e nel superamento dei confini tra generi e tradizioni musicali il principale punto di forza, apprezzato da un pubblico sempre più numeroso e affezionato.L'ampio orizzonte di incontri e dialoghi tra esperienze artistiche e umane profondamente differenti che la rassegna offre si inscrive, del resto, in modo naturale nella vocazione allo scambio interculturale e alla valorizzazione della creatività musicale nelle sue diverse componenti, che Bologna si impegna a sostenere in qualità di Città Creativa della Musica UNESCO, anche tramite il coinvolgimento delle realtà etniche presenti nel tessuto cittadino.
La nona edizione si svolge dal 23 luglio al 17 settembre 2019 per accompagnarci, ogni martedì sera alle ore 21.00, in un percorso sorprendente di ritmi e sonorità che appartengono a repertori sia colti sia più squisitamente folclorico-popolari attraverso alcune delle più interessanti espressioni dell'attualità musicale internazionale. Un giro del mondo in otto tappe - dall'America all'Africa, dall'Asia al Medio Oriente all'Europa - per esplorare le affascinanti contaminazioni tra culture apparentemente lontane tra loro e per scoprire le tradizioni legate all'uso e al suono degli strumenti, con una novità: quest'anno si aggiunge un nono viaggio, uno special event in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna.
Si debutta il 23 luglio con le Musiche dalle Vie della Seta e con l'incontro tra alcuni grandi interpreti italiani delle musiche tradizionali dell'Asia Centrale e il musicista kurdo iraniano Siamak Guran, virtuoso del tambûr, il liuto a tre corde tipico della tradizione pre-islamica dello Yarsan. Dalla via della seta all'Italia del Salento il 30 luglio con Mala Agapi, gruppo dal nome greco/latino che contiene il doppio significato di "grande/cattivo amore", che ha scelto di costruire le sue ballate tra ritmiche della tradizione mediterranea e melodie originali, in un cantiere di suoni e persone in continua evoluzione con l'obiettivo di promuovere la straordinaria lingua greco-salentina attraverso la musica e la libertà. Il 6 agosto si parte per un tour con Sulle Orme di Django su The Road of Gypsies, a bordo di un carrozzone romanì alla scoperta delle diverse culture musicali che portarono negli anni '30 alla nascita del manouche, quel "jazz popolare" reso celebre dalla genialità di Django Reinhardt: dalla Francia della valse musette allo swing del dopoguerra italiano, incrociando virtuosismi klezmer-tzigani con le sonorità jazz statunitensi e i ritmi latino-americani. Il 13 agosto Il Mare che Canta propone invece un racconto sonoro sul fascino delle relazioni musicali della regione mediterranea: i cinque giovani polistrumentisti dell'Ensemble Terra Mater narrano il dialogo fra i popoli che da sempre vivono specchiandosi sul mare, riproponendo musiche e canti di tradizioni solo apparentemente distanti tra loro: dal canto sefardita alla ballata macedone, dalla lauda italiana ai ritmi della musica araba. Il 20 agosto i Panaemiliana, il cui nome rende omaggio alla celebre Panamericana, la strada che attraversa l'intero continente americano collegando l'Alaska con l'Argentina, prenderanno spunto dalle più svariate tradizioni musicali accostando con disinvoltura il son cubano al valzer musette, il jazz alla musica folk italiana ed europea, in uno show latin-jazz-folk raffinato e al tempo stesso travolgente. Il viaggio di (s)Nodi continua la sua rotta verso l'Africa il 27 agosto con il sorprendente incontro tra i canti in tigrino e le sonorità del krar (cordofono tradizionale dell'Africa orientale) del musicista eritreo Mihretu Ghide e la sperimentazione tra atmosfere etniche e ricerca elettroacustica del duo world/dub salentino Panacea crea un mondo sonoro "senza confini" al tempo stesso antico e contemporaneo e dal fascino ipnotico e visionario. Dall'Africa al Brasile il 3 settembre con Àrduo, Rocco Papia e Alberto Capelli, che dopo i progetti internazionali di flamenco, musica brasiliana, jazz e le prestigiose collaborazioni, fondono le loro marcate personalità in una relazione osmotica e sinergica tra la chitarra 7 corde brasiliana e la chitarra flamenca, centrando l'arduo obiettivo di sviluppare una musica e un suono originale che esce dai canoni "classici" del genere world-jazz. Il 10 settembre il progetto Cinco Letras (Kaira project) vede la partecipazione del griot gambiano Moro Kanuteh e nasce da uno scambio linguistico e culturale, veicolato dalle musiche e dalle tradizioni dei mondi lontani dall'occidente globalizzato, in un viaggio che parte dalle antiche tradizioni popolari regionali italiane e va in America Latina, passando per l'Afghanistan e approdando in Africa Occidentale, raccontando storie di amicizia, amore, gioia e lotta e riscatto.
La rassegna si conclude il 17 settembre con un appuntamento d'eccezione: il concerto Sarajevo, chico Yerushalaim che vede la straordinaria partecipazione dell'hazzam Asher Alkalay, cantore della sinagoga di Belgrado Sukat Shalom. Le sue ricerche musicali "sul campo" in Israele, Serbia, Turchia e Tunisia lo hanno portato ad una profonda rivisitazione della tradizione sefardita e delle altre nazioni dei Balcani, del Mediterraneo e del Medio Oriente che, nei secoli passati, hanno condiviso il medesimo paesaggio storico, geografico e culturale. Sarà accompagnato da Yefira, gruppo nato dall'incontro tra il cantante e polistrumentista italo/serbo/greco Aleksandar Sasha Karlic e Yefira gruppo composto da musicisti specializzati nelle musiche dell'Est Europa e del Medio Oriente. Il concerto è organizzato in occasione della mostra LA CASA DELLA VITA. Ori e Storie intorno all'antico cimitero ebraico di Bologna, in corso al Museo Ebraico di Bologna fino al 6 gennaio 2020, che racconta la storia della comunità ebraica cittadina nei secoli del suo massimo splendore attraverso una selezione di straordinari reperti provenienti dal cimitero medievale ebraico rinvenuto alcuni anni fa a Bologna in via Orfeo, uno dei più ampi conosciuti al mondo, resi finalmente visibili dopo anni di studi e restauri.
Nelle serate di concerto la biglietteria apre alle ore 20.00. L'ingresso è consentito fino ad esaurimento posti. Fino alle ore 12.00 del giorno del concerto è possibile prenotare i biglietti (con pagamento il giorno dell'evento) sul sito www.museibologna.it/musica. I biglietti prenotati possono essere ritirati fino a 15 minuti prima dell'inizio dell'evento presso la biglietteria, oltre i quali la prenotazione non sarà più ritenuta valida e i biglietti saranno rimessi in vendita. In caso di disdetta si prega di annullare la prenotazione inviando una mail aprenotazionimuseomusica@comune.bologna.it o telefonando allo 051 2757711 (dal mercoledì al venerdì, ore 10.00 - 16.00).