Stato e Mafia: il valore della memoria

Stato e Mafia: il valore della memoria

 
a cura di Lucia T.Fontana
In quest’edizione del Festival del Giornalismo s’è parlato di un tema che, purtroppo, caratterizza un certo ramo della politica italiana: il rapporto mafia-Stato. 
Ad averne parlato nel pomeriggio di questo giovedì, presso la Sala dei Notari, sono stati Peter Gomez (direttore de Il Fatto Quotidiano.it e FQ MilleniuM) e Lirio Abbate (L’Espresso), i quali si sono cimentati in quella che, sarcasticamente, potrebbe essere definitiva come un’impresa: far emergere gli aspetti più salienti del rapporto Stato- mafia, soffermandosi principalmente sulla figura di Silvio Berlusconi.
Il fine dell’incontro è stato quello di presentare il loro libro, dal titolo Il Traditore, in cui viene storicamente ricostruito il legame che ha visto protagonista il noto politico italiano e una delle criminalità organizzate più forti al mondo. Ad essere emersi non sono stati solo particolari scabrosi, conoscenze, intrighi di Palazzo e non, ma anche un atteggiamento del popolo italiano, che si potrebbe quasi indicare come tipico, ovvero: la sua grande capacità di dimenticare. 
In Italia la memoria di alcuni eventi sembra che non la si voglia recuperare questo vuole dire, spiega Gomez: “che è difficile comprendere anche gli eventi a noi contemporanei”. I due giornalisti, che hanno fatto un grande lavoro di recupero tra svariati documenti e verbali, oltre ad aver lavorato su molte testimonianze dirette, hanno fatto emergere degli elementi che vanno ben oltre alla sola dinamica politica-mafia. Il testo è, ovviamente, ricco di particolari che loro stessi non si sono dilungati a spiegare, ma mette in risalto un concetto: sono i cittadini che devono dire basta.
Fondamentalmente la storia di Berlusconi e dei lati oscuri della sua vita politica non è altro che la conferma di un sistema logoro, che è logoro da svariati anni e che ha creato un legame che, con le sue solite forme velate, continua ad esistere. 
Ad essere state nominate sono state anche le inchieste di Falcone e Borsellino, i quali tra i primi, avevano compreso il quadro della situazione, che come ha detto Gomez si potrebbe riassumere in questa frase: “la mafia e la politica controllano lo stesso territorio per questo o collaborano o si ammazzano”.
Il punto della questione ritorna ad essere lo stesso: il cittadino deve ritornare a sentirsi orgogliosamente cittadino. È necessario che il popolo italiano ritorni a sentirsi parte attiva, nel senso più positivo del termine, del proprio Paese e non parte passiva, succube di dinamiche che sono fallaci nella loro stessa origine. Fin quando la criminalità organizzata soddisferà le esigenze che lo Stato non riesce a coprire, si creerà intorno ad essa sempre un muro di protezione, quindi di omertà. Questo è il vero motivo del perché la memoria di alcuni eventi, così come la loro stessa conoscenza e lo studio della storia, sono fondamentali per le basi morali, sociali e culturali di un paese. L’Italia, deve ritornare a prendere consapevolezza della sua forza e della sua solidità, che va ben oltre all’arroganza tipica della criminalità organizzata e, a volte, anche della politica. Ed è proprio quando è necessario recuperare la memoria, affinché questa ci faccia anche comprendere il nostro presente e cercare di costruire le migliori basi per il nostro futuro, che si devono leggere libri come Il Traditore.

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