Terremoto a Haiti e alluvioni in Pakistan: dalle emergenze mediatizzate a quelle dimenticate

Terremoto a Haiti e alluvioni in Pakistan: dalle emergenze mediatizzate a quelle dimenticate

Dei rapporti tra organi di informazione, disastri naturali e crisi umanitarie si e e' parlato oggi ad una delle conferenze tenute al Centro Servizi Alessi, dal titolo Terremoto ad Haiti e alluvioni in Pakistan: dalle emergenze mediatizzate a quelle dimenticate.
Al talk, a cui hanno partecipato Paola Mazzoni, anestesista di Medici Senza Frontiere, Paola Zanuttini, giornalista di Repubblica, Giovanni Porzio inviato di Panorama e Sergio Cecchini, direttore comunicazione di MSF Italia, si e' cercato di rispondere ad un quesito particolarmente complesso: perche' certe catastrofi naturali, o conflitti bellici, ricevono piu' attenzione da parte dei media rispetto ad altri?
Per quanto riguarda il case study presentato oggi, cioe' Haiti/Pakistan, una spiegazione ce l'ha fornita Paola Zanuttini, secondo la quale il numero dei morti incide sicuramente in maniera molto significativa. Inoltre, ha continuato la Zanuttini “il terremoto batte tutti, perche' viene dal di sotto, come i demoni, e' inaspettato e colpisce tutti, mentre il Pakistan e' lontano e il tutto e' molto piu' indefinito. E' impensabile voler raccontare un' emergenza umanitaria senza parlare della storia e situazione politica di un paese, che in Pakistan e' ovviamente molto complessa. E la complessita' rende il racconto noioso”
Secondo Giovanni Porzio a suscitare l'interesse di media e opinione pubblica sul Pakistan e' bastato un editoriale di prima pagina di Adriano Sofri su Repubblica, in cui il giornalista commenta una foto particolarmente toccante di due fratellini sopravvissuti all'alluvione.
La dottoressa Mazzoni ha preso la parola con le sue esperienze in un ospedale di distretto nella West Province pakistana, in cui l'emergenza umanitaria sussisteva gia' prima dell'alluvione, a causa di malattie infettive, quali polmonite, dissenteria e tubercolosi, e dilanianti mine anti-uomo. Ha accompagnato il suo intervento con una serie di foto scattate durante il mese trascorso li'.
Si e' poi cambiato discorso, andando a parlare delle difficolta' incontrate dai giornalisti nell'accedere ad informazioni veritiere in zone di conflitto. Porzio ci ha raccontato delle sue esperienze da reporter “embedded” al seguito dell'esercito italiano e americano in Afganistan. L'esercito USA
- ci ha spiegato – e' in genere molto piu' propenso a mandare i giornalisti in missione con i propri soldati, mentre gli italiani “si limitano a farti vedere pozzi e scuole” nonostante siano anch'essi coinvolti in “combattimenti e morte.”
Si e' quindi conclusa la conferenza discutendo del ruolo giocato dalle ONG nelle zone colpite da disastri naturali e guerre, in cui il vero problema rimane portare aiuti umanitari validi ed efficaci. E giornalisti e mezzi di comunicazione hanno il dovere di continuare a focalizzare l'attenzione del pubblico su tali disastri, con una copertura dei fatti equilibrata e veritiera, affinche' questi non vengano dimenticati.

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