“Ti racconto una storia” di Edoardo Leo – RECENSIONE
“Ti racconto una storia” di Edoardo Leo – RECENSIONE
Il 15 e il 16 novembre al Teatro Morlacchi di Perugia arriva “TI RACCONTO UNA STORIA – Letture semiserie e tragicomiche” di e con Edoardo Leo. “Uno degli attori italiani più interessanti e versatili della sua generazione, porta in scena, in veste di autore, regista e attore, un reading-spettacolo che racconta suggestioni, ricordi, letture e pensieri raccolti dall'inizio della sua carriera ad oggi”, quanto leggiamo dal programma di sala. La scena dello spettacolo è molto ricca: tre lavagne piene di appunti, numerose luci che scendono dall’alto, chitarre sulla sinistra, un leggio al centro e libri, tantissimi libri. Ottime le scelte musicali di accompagnamento a cura di Jonis Bascir. Molto belle anche le luci che hanno arricchito una splendida atmosfera creata dalla relazione tra Leo e il numerosissimo pubblico molto attivo, partecipe e divertito. Il tema dello spettacolo - come da titolo - è il racconto e tutto ciò che ad esso si correla: raccontatori, narratori, struttura, durata, ascoltatori, risate, emozioni… tutti elementi che ritroviamo non solo nei racconti che vengono proposti da Leo, ma anche nel suo stesso spettacolo. Tutto ciò, dunque, si inserisce in una riflessione metateatrale sulle varie forme del racconto. Edoardo Leo si fa cantastorie (lo spettacolo si apre così) e spiega allo spettatore che questo spettacolo è un unicum perché, come ogni racconto, cambia di volta in volta con storie nuove testi nuovi e aneddoti nuovi. Sempre dal programma di sala: “In scena non solo racconti e monologhi di scrittori celebri (Benni, Calvino, Marquez, Eco) ma anche articoli di giornale, aneddoti e testi di giovani autori contemporanei e dello stesso Edoardo Leo”. Una delle tematiche principali trattate nello spettacolo è quella della contaminazione del racconto orale, e di come questa modifichi la storia a seconda anche di chi la racconti con elementi nuovi più o meno “coloriti”. Questo perché come ci dice lo stesso Leo non è tanto la sensatezza logica o la verità del racconto a fare della storia stessa la sua forza, ma è piuttosto la tonalità emotiva che nasce nell’ascoltatore a fare la forza del racconto. E allora ecco che ridiamo e crediamo a barzellette illogiche, ad aneddoti surreali e a storie che spesso sembrano irreali. Tutto questo perché come ricorda Edoardo Leo, citando Gabriel Marquez, “la vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
- Giulio Fortunato