VOLEVAMO BRACCIA SONO ARRIVATI UOMINI - IJF 14
Criminalità e criminalizzazione: sono state queste le parole con cui Gianluca Martelliano ha aperto il panel sullo sfruttamento degli immigrati in Italia, che ha avuto luogo alla Sala del Dottorato di Perugia. Il panel, curato da Amnesty International Italia, ha voluto mettere l’accento sulla violazione dei diritti umani degli immigrati che arrivano in Italia per lavorare. Un grande contributo alla discussione è stato dato dall’avvocato Alessandra Ballerini, che ha sottolineato come in Italia la paura degli immigrati faccia sì che la violazione dei loro diritti passi inosservata. “Se ad un immigrato viene riconosciuto il diritto allo studio o il diritto sanitario, non vuol dire che gli italiani siano meno istruiti o più malati”, ha chiarito la Ballerini. È un punto importante questo, perché è vero che a volte sembra che gli italiani abbiano paura dei fuochi di paglia, spesso alimentati ingiustamente dai media. E qui si ritorna alle due parole dell’inizio: criminalizzare gli immigrati per ragioni inesistente porta, spesso, alla criminalità. Criminalizzare gli immigrati perché sono clandestini, li fa diventare criminali. Perché se un uomo non può lavorare in Italia senza permesso di soggiorno, ma senza permesso di soggiorno non può lavorare, inevitabilmente diventa un criminale.
Interessante anche l’intervento della giornalista Raffaella Cosentino, che ha passato diverso tempo nei CIE. E anche nei campi di pomodori o arance, dove gli immigrati vengono (spesso) fatti lavorare in condizioni di semi schiavitù. La giornalista ha raccontato di come gli immigrati arrivino in Italia per lavorare nei campi (quasi sempre con permessi di lavoro validi) e passino mesi in condizioni estreme. Con una paga di massimo 20euro al giorno, senza la possibilità di imparare l’italiano e, soprattutto, senza la possibilità di migliorare la loro condizione. Alla fine del periodo di lavoro si ritrovano quasi senza niente e spesso anche senza documenti, perché all’arrivo in Italia i “datori” di lavoro glieli confiscano. Attualmente in Puglia è in corso un’indagine per fare chiarezza sul reclutamento di braccianti agricoli da paesi stranieri e sulle loro condizioni di lavoro.
Purtroppo però gli italiani si preoccupano solo che gli stranieri arrivino in Italia a rubare diritti e stipendi a chi in Italia ci è nato.