WAR JOURNALISM: TRA INNOVAZIONE E FEDELTA’ ALLA NOTIZIA

WAR JOURNALISM: TRA INNOVAZIONE E FEDELTA’ ALLA NOTIZIA

 
 
“ Il buon giornalista deve anche essere una persona per bene. Non si ferma all’evidenza, ricostruisce la storia. Gli strumenti sono sempre gli stessi; la sfida è arginare la piena di informazioni”. Così Lucia Goracci, Rai News 24, nel panel discussion dell’IJF 2015 dedicato al war journalism, ha definito quella che è la sua visione dell’essere reporter di guerra oggi. Le informazioni viaggiano alla velocità della luce, tramite la rete, in quello che è un bombardamento continuo. Cambia il modo di comunicare, ma cambiano anche le fonti dei giornalisti stessi, che devono , poi, confrontarsi con il colosso rivale dell’informazione via web. Quanto c’è di vero? La Goracci ha affermato la necessità di saper fare una cernita, utilizzando una generosa dose di saggezza per bilanciare quel grande caleidoscopio che è la rete e farne buon uso. C’è una guerra di informazione, in cui il rischio di scivolare nel misunderstood è tangibile. Per questo, il giornalista deve essere preparato, senza mai cadere nella sprovvedutezza e nell’inadeguatezza. Ne è convinto Daniele Raineri, de Il Foglio: “E’ tutto un mondo alla rovescia. Il solo modo per conoscerlo è andare nel luogo dove avvengono i fatti e cogliere i dettagli”. Dunque la rete è una buona fonte, che può aiutare a prepararsi e ad essere consapevoli delle tematiche fondamentali che il reporter si troverà ad affrontare, anche nell’ottica di un incontro-scontro con la concorrenza, all’interno del web, che tratta degli stessi argomenti di cui egli stesso si occupa. Insostituibile, però, è e resta il contatto diretto con la notizia. A rimanrcare l’importanza di ciò, anche Amedeo Ricucci, TG1, che ha voluto riportare l’attenzione sulle sofferenza dei civili che vivono la guerra quotidianamente, in confronto alle quali i disagi che sopportano i giornalisti per raccontare i fatti e fare il proprio dovere, non sono nulla. La macchina della rete corre, procede anche contro il buon reporter e la sua onestà, ma allo stesso tempo, secondo la Goracci, non c’è luogo più propizio ai bugiardi del campo di battaglia. Senza dubbio, un eventuale corredo di immagini aiuta la veridicità della notizia. D’altra parte, la fedeltà alla realtà che si vuole raccontare è il valore fondamentale del reporter, che porta con sé una responsabilità imponente : essere al cospetto della storia nel momento in cui accade.

Cecilia Robellini

 

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