Cuba: Morto il dissidente Zapata
Ieri nel carcere di Camaguey dopo 85 giorni di sciopero per la fame è morto Orlando Tamaya Zapata. Zapata faceva il muratore, militava nel "Movimento per l'alternativa repubblicana" ed era stato arrestato per la prima volta nel dicembre del 2002 per "vilipendio al Comandante en jefe Fidel Castro". Rilasciato qualche mese dopo era finito di nuovo in carcere durante la retata contro i dissidenti della primavera 2003, e successivamente condannato a 36 anni di reclusione. Messo in carcere già in precarie condizioni, dopo aver ricevuto maltrattamenti dalle forze di sicurezza del carcere a causa del suo desiderio di indossare il vestiato bianco, riservato ai prigionieri politici, ha iniziato uno strettissimo sciopero della fame mangiando soltanto la poca frutta che riceveva durante le visite familiari con la madre e rifiutando tutto ciò che passava il carcere. Del suo caso si era occupata anche Amnesty International che lo aveva dichiarato "prigioniero di coscienza" e ne aveva chiesto più volte la liberazione. I familiari e le organizzazioni del dissenso accusano le autorità di averlo ricoverato con molto ritardo, quando ormai le sue condizioni erano già critiche. Quando è arrivato all'ospedale, la settimana scorsa, "era pelle ed ossa e al posto dello stomaco c'era un buco" ha detto sua madre che ieri ha rilasciato alle agenzie di stampa una breve dichiarazione registrata poco dopo la morte del figlio ringraziando tutti coloro che hanno cercato di aiutarlo. La morte del dissidente ha causato immediate reazioni. Le radio locali hanno interrotto le trasmissioni per dare la notizia mentre all'Avana non ne hanno fatto cenno né stampa né tv. La morte di Tamayo Zapata non è un buona notizia per Raul Castro, che ha assunto il potere tre anni e mezzo fa dopo la grave malattia del fratello Fidel. Le speranza di una apertura del regime, soprattutto dopo l'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca, sembrano ormai tramontate.