Zoppo di merda.
Qualche mese fa, giocando a pallone, il menisco interno del mio ginocchio sinistro ha deciso improvvisamente di rompersi. Nulla di grave, state tranquilli, l'operazione è riuscita e adesso, grazie a stampelle e fasciature vistosamente vistose, mi sto facendo accudire come un bambino appena nato. Oggi ho anche iniziato le mie prime sedute di fisioterapia in compagnia di anziani signori che stanno molto ma molto peggio di me. Vi lascio immaginare dunque quanti di loro hanno cercato di palpare il culo sodo della nostra fisioterapista. Ah, beata senilità.
Per più di una settimana dovrò camminare con l'aiuto di due stampelle canadesi (come fare a riconoscere due stampelle canadesi? semplice, parlano inglese) e ora voglio raccontarvi quanto è difficile zoppicare con i suddetti supporti nord americani a Perugia.
Dopo aver finito la mia seduta di fisioterapia, canticchiando 'la canzone del boscaiolo' ( http://www.youtube.com/watch?v=dK9UTLaqL6g&feature=related ), esco dal centro ortopedico zoppicante ma felice e mi avvio verso la più vicina fermata d'autobus così da poter tornare beatamente a casa. La prima difficoltà per un claudicante munito di stampelle come me è stata quella di trovare posto sull'autobus. Orde di finti studenti occupavano tutti i sedili del bus, compresi quelli riservati ai disabili, infischiandosene tranquillamente di me e di un povero uomo solo e malandato. Ho dovuto quindi sfoderare tutta la mia finta autorità per costringere i ragazzini a cedere due sedili a me e all'anziano di cui sopra. 'Vabè' mi si dirà 'sò ragazzi'. Ragazzi sto cazzo rispondo io.
Non è finita qui ovviamente. Arrivato alla mia fermata, scendo a fatica salutando l'anziano che nel frattempo si era addormentato (o era morto non lo so), e aspetto un altro bus. Inutile dire che di panchine vuote e di gente pronta a cedermi un misero posto neanche l'ombra. A questo punto ho iniziato un po' a spazientirmi anche perché tutti gli occupanti della panchina mi guardavano con un po' di commiserazione come a dire 'poveraccio s'è fatto male' ma col cazzo che qualcuno pensava di alzare il proprio culo da lì. Finalmente arriva l'autobus, salgo, mi siedo anche perché una gentile signora mi ha ceduto il posto e dopo appena due fermate scendo di nuovo. Grosso sospiro di sollievo a questo punto visto che finalmente avevo trovato una signora pronta a sacrificare le proprie vene varicose cedendomi un posto. Con l'animo risollevato dunque mi avvio verso le strisce pedonali per attraversare la strada ma il presentimento che non sarei riuscito facilmente a passare iniziava ad impadronirsi di me. E infatti è successo l'impossibile. Ho dovuto aspettare quasi dieci minuti (che sembrano pochi ma, credetemi, non lo sono affatto), fermo, in piedi, all'inizio del passaggio, visto che nessun automobilista si era degnato di fermarsi per farmi attraversare. Altri pedoni come me che però non dovevano attraversare mi guardavano e ridevano, le macchine sfrecciavano stracatafottendosene amabilmente di me e a me giravano un po' le palle. Per attraversare ho dovuto rischiare la morte più e più volte e nonostante io avessi diritto a passare sulle strisce senza essere investito, ho dovuto sopportare le risate di altri pedoni, l'incazzatura dei tre automobilisti che, forse spinti da illuminazione divina, mi hanno fatto passare e un 'zoppo di merda' da parte di uno stronzetto su un motorino. Di vigili urbani neanche l'ombra, carabinieri a cavallo neanche a parlarne, polizia in borghese e non che ve lo dico a fare, insomma una tragedia. Mi aspettano altre venti sedute di terapia. Spero di essere smentito nei prossimi giorni.
Ps: dimenticavo di aggiungere un altro importante tassello all'incazzatura di oggi. Facoltà di giurisprudenza, Perugia, aula 11, nessuna barriera architettonica, pedana o quant'altro che potesse evitarmi le scale e decine di miei colleghi rincoglioniti che, pur di attestare la propria presenza a lezione su un pezzo di carta, hanno ripetutamente ignorato la mia gamba fasciata, i miei punti e le mie stampelle urtandomi ripetutamente senza mai accorgersi delle mie urla. La prossima volta le stampelle ve le ficco proprio lì. Intesi?