La prima di 'Re Lear' al Teatro Morlacchi
La prima di 'Re Lear' al Teatro Morlacchi
La stagione di prosa 23/24 a Perugia si apre in prima assoluta con Re Lear di William Shakespeare, su
traduzione di Ferdinando Bruni e per la regia di quest’ultimo e Francesco Frongia, in scena al Teatro
Morlacchi dal 18 al 22 ottobre; co-produzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile dell’Umbria.
Re Lear fa delle interpretazioni il suo punto di forza. Il cast, capitanato da Elio De Capitani nei panni del Re, è
composto da Mauro Bernardi, Elena Ghiaurov, Mauro Lamantia, Giuseppe Lanino, Viola Marietti, Giancarlo
Previati, Alessandro Quattro, Elena Russo Arman, Nicola Stravalaci, Umberto Terruso, Simone Tudda. Tutti gli
attori ci regalano ottime interpretazioni che hanno saputo coinvolgere pienamente il pubblico
nell’atmosfera tragica dell’opera (anche nei momenti meno tesi e più scherzosi).
Altro punto di forza sta sicuramente nelle trovate scenografiche che nei fatti sono molto semplici ma
nient’affatto banali. Giochi di luce, proiezioni e musiche contribuiscono sicuramente a trasmettere il senso
di inquietudine e freddezza che i personaggi provano per il vecchio Re; Scenografie e costumi
contribuiscono a rendere questa atmosfera assolutamente cavalleresca e medievaleggiante nonostante i
costumi siano contemporanei.
“Perché Re Lear? Perché tornare ancora una volta a Shakespeare? Re Lear ci tocca da vicino perché è il
racconto di uno dei viaggi più strazianti dell'uomo verso la sua vera essenza. Un cammino rovinoso conduce
il vecchio e arrogante re dal trono fino alla landa desolata dove riuscirà a intravvedere l'essenza più vera
dell'uomo” queste parole troviamo all’interno del programma di sala. Re Lear ci racconta una vicenda
familiare, ci racconta lo scarto generazionale e il grande spazio di incomunicabilità tra due generazioni
diverse. Vecchi e giovani si scontrano e a partire dal racconto di questo conflitto ci accorgiamo come l’opera
parli in realtà di problemi attualissimi, basti pensare al tema della gestione dell’anzianità o all’individualismo
e l’estrema arroganza di queste figlie che amano il padre solo per interessi. Tali tematiche non investono
soltanto la trama principale ma anche le altre linee narrative che continuando su questo “fil rouge” ci
raccontano sempre più nel dettaglio le conseguenze e il dramma di questo conflitto generazionale. Un
conflitto tra padri, figli e fratelli.
Consiglio assolutamente la visione e segnalo la possibilità per gli studenti universitari e borsisti Adisu di
assistere agli spettacoli della stagione al costo di un euro. Basta semplicemente recarsi in biglietteria e
mostrare il tesserino universitario per accedere a tale opportunità.
A cura di Giulio Fortunato