Serial Time:...e alla fine arriva qualcosa di buono
Avvertenza: eccesso di buonismo nel post che segue.
Finalmente ho trovato tre serie nuove che ho definitivamente e decisamente intenzione di seguire. Nei post precedenti c'erano serie sonoramente bocciate, serie rimandate e serie da seguire per mancanza di alternative. Queste tre invece mi hanno convinto al primo colpo.
Mi sparo subito la più attesa, quella prescelta fin dai primi trailer e dai manifesti ad effetto. Parlo di American Horror Story, in onda su FX qui nella città degli angeli e in arrivo a novembre su FoxItalia (dove sicuramente andrà in onda dopo le 23 e semmai dovesse arrivare in chiaro non andrà mai in onda prima dell'1....). Due premesse. La prima di carattere personale, non sono un fan del genere horror, i film "de paura" difficilmente mi fanno paura, a volte nelle scene di tensione mi viene da ridere piuttosto che paura. La seconda di carattere "artistico", American Horror Story non è un capolavoro. E' pieno di difetti,poco azzeccati alcuni attori, in particolare il protagonista maschile...(la scena in cui si masturba è abbastanza ridicola...ma per esempio Jessica Lange mette ansia davvero)...ma per come è costruito, per i personaggi che ci sono dentro, mette ansia, che forse è anche peggio della paura. In più ci stanno misteri e cose non dette legate alla casa e ai personaggi che ci abitano e ci hanno abitato, come finora non si erano visti in questa stagione; c'è un continuo interscambio tra ciò che è vero e ciò che è un sogno, al punto che finisci per non capire quello che è vero e quello che non lo è; personaggi che mettono ansia appena compaiono (la bambina down, l'uomo di lattice, il ragazzo complessato, il nano dello scantinato). Insomma, dal mio personalissimo punto di vista ha tutto per essere l'Appuntamento della settimana, quella serie che attendi e non vedi l'ora di vedere. Voto 8+
Mi sposto un attimo, giusto per dare un rapido consiglio, nel terreno delle sitcom, dove in questo inizio di stagione ci stanno i prodotti migliori...a parte alcuni casi (non avvicinarsi a How to be a gentelman, tra l'altro già cancellata...un pò come Free Agents e The Playboy club). Suburgatory è la sorpresa che non ti aspetti quando ti eri accorto che le sitcom di quest anno fanno ridere, ma sono nate vecchie di 10 anni...è la sorpresa che non ti aspetti da una rete generalista (e infatti non affonda poi tanto la lama, ma almeno c'è un tentativo). Certo lo spunto per il trasferimento di un padre e una figlia adolescente da Manhattan ai "sobborghi" è abbastanza pretestuoso (il padre trova una scatola di preservativi nella camera della figlia), ma poi inanella una serie di battute velenose per tutto quel mondo patinato che valgono i 20 minuti di visione. Quindi, PROMOSSO, voto 7 e mezzo!
...e per finire la sorpresa che non ti aspetti. Quello che guardi "perchè un'opportunità alle cose nuove bisogna darla"...."beh la guardo, ma tanto me la lascerò per l'estate o per quando non c'è nulla"..."sarà una soap opera sicuramente" e invece ti stupisce. Intendiamoci non siamo ai livelli di 7-8 anni fa, quando le prime stagioni di Lost, Desperate Housewives, Grey's Anatomy, Criminal Minds e via discorrendo, avevano portato qualcosa di nuovo nel panorama tv ognuno nel loro genere, ma almeno siamo davanti a una serie ben scritta, con buoni attori, simpatica e dinamica, ma che soprattutto ha una trama orizzontale che può riservare sorprese. Sto parlando di PanAm, la serie che segue la vita delle hostess della PanAm negli anni 60 (sempre patinati, ma qua non si fuma...siamo sulla ABC mica sulla HBO...il moralismo viene prima della ricostruzione fedele), quelle prime hostess belle e perfette, che possono lavorare fino a 32 anni o finchè non trovano marito. Ma siamo anche nel periodo della Baia dei Porci, in cui le hostess vengono reclutate come spie perchè possono girare il mondo liberamente. Ed è proprio questo il mistero su cui ruota la serie. Non c'è solo la vita di hostess e piloti, i loro amori e il loro lavoro, ma c'è anche una hostess misteriosamente scomparsa, un'altra che si avvia sulla strada dello spionaggio. Insomma una serie si guarda e si lascia guardare, senza essere troppo manierista (che era un pò il difetto di The playboy club), ma alternando flashback per ricostruire la vita delle hostess (impagabile quello in una Roma degli anni sessanta, tra urla e macchine che non si fermano) a momenti che strappano un sorriso. Promossa anche lei in fondo. Voto 7+