Eccoti,
con i tuoi giocattoli di stelle
e le giravolte antigravitazionali
che spazzano via polveri e galassie
in girotondi d’orbite e pianeti.

Soltanto,
evita le tempeste solari,
non smarrire la strada
nel velo carminio delle nebulose,
indossa sempre il casco,
non mettere in disordine le costellazioni,
non fare tardi mentre percorri
le vie segrete degli astri
e l’immoto incedere delle rivoluzioni.
Stai lontano dalla luce ammaliante dei quasar
e dall’erebo precipizio delle ergosfere,
ineluttabile oblio di stelle morte.
Non temere la vertigine dei silenzi siderali
e il buio profondo dell’universo:
l’orizzonte remoto
che perpetuo si allontana
ti avvolgerà nel suo abbraccio
curvo di spaziotempo;
ti nutrirà il nettare ambrato
che gocciola dalle meteore
e avrai come amici
Sirio, Aldebaran, Betelgeuse, Antares;
una sospensione effervescente
di pulviscolo lunare
tingerà la tua pelle d’argento.

Riposa,
sotto le palpebre delle tue ali stanche.
Sopra di te si schiuda
una giostra di supernove candite
e dolci comete soffiate di sale.
Nei tuoi sogni di bambino
bramavi le stelle.
Ora che a loro sei tornato,
forse in sogno vedrai
ciò che da sveglio non ricordi:
e ti coglierà una nostalgia dimentica
di un puntolino azzurro
e di un candore di coccole, latte e flanelle
che domani avrai già dimenticato.