Come rondine il pensiero segue le sue rotte, per
Tornare immancabilmente a te
O chiaro di luna, che rischiari la buia radura del mio
cuore
Mai lascia i miei occhi
Mai abbandona il mio pensiero
Il tuo dolce stridio sincero

O rondine che cavalchi suadente il mare del
Cielo
O rondine che serena sfiori vite e palazzi
Torna al nido che è la mia mente

Una foresta senz’alberi
Vuota e spoglia
Eppure il viandante che vi passa osserva e mira
Con stupore e meraviglia
Un rigoglio che la stessa foresta non capisce

Questo è il doloroso inganno
Questa è la vergognosa sorte
Della foresta che delude e piange
E non trova mai pace se non nella sua stessa morte

Come arti smembrati
Giacciamo sulla soglia derelitti
In attesa,
aspettando, anelando, sperando
Che un’anima intatta ci trovi, ci scovi
Prima che la bestia affamata e nera
Faccia di noi il lauto pasto per la sua sera