Antonio Albanese conquista il pubblico perugino
Tutto esaurito al Morlacchi per Antonio Albanese. Il suo “Personaggi” è una carrellata dei “tipi italiani” più famosi del comico, che si susseguono con forza e velocità in questo spettacolo, animati dalla sua voce ma soprattutto dalla sua mimica incredibilmente esilarante. Albanese è l’attore che riesce a far ridere un intero teatro per mezz’ora solo muovendo una mano o facendo una smorfia. Sketch vecchi e nuovi, alcuni molto famosi, ma sempre assolutamente gustosi, forse anche perché dietro alle sue maschere (Alex Drastico, Perego, Epifanio ecc…) si cela sempre il lato dolce e poetico di questo artista sensibile e acuto. "Personaggi" è un quadro completo dell’Italia di oggi, con i suoi arrampicatori sociali, i suoi imprenditori, i suoi ministri, la sua burocrazia… e i suoi sindaci! Il personaggio più apprezzato è anche uno dei suoi più famosi, il candidato a sindaco Cetto Laqualunque. Tante volte mi sono chiesta: perché questo personaggio piace così tanto? Perché il film che lo vede protagonista ha avuto un successo straordinario? Sorge inevitabilmente un dubbio: tanti Italiani ridono complici della denuncia geniale che fa Albanese… o piuttosto l’atteggiamento di Cetto Laqualunque è un po’ quello che tutti vorremmo poter avere? Di qui l’amara considerazione: gli Italiani lo amano perché ne capiscono l'ironia o perché si riconoscono pericolosamente nelle idee, nelle parole, nello stile di Cetto?
Poi Albanese dice quello che speravo tanto di sentire: “Quanto mi vergogno quando faccio questo personaggio”; vergogna? Perché, vi chiederete. Perché la realtà incarnata da Cetto esiste davvero, dal nord al sud, nonostante l’evidente accento calabrese del personaggio: “Di inventato in questo monologo ci sono solo le pause. Il resto è realtà che abbiamo scovato girando in lungo e in largo l’Italia in periodo di campagna elettorale. Un’esperienza che ti fa venire un male di vivere….” dice scherzosamente Albanese, ma, ahimè, è la verità. Che la vergogna dell’attore sia legata all’amara consapevolezza che il suo personaggio offra spunti di riflessione ma allo stesso tempo un esempio da emulare?
Lunghi e meritatissimi applausi per la prova teatrale di questo artista intelligente e sensibile.
Perché anche (e soprattutto) per far ridere ci vuole cultura.
“Vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre”. A. Albanese