La bisbetica domata al Teatro Morlacchi

a cura di Silvia Volpi
 
“La bisbetica domata” è lo spettacolo che è stato rappresentato, dal 6 all’8 marzo 2019, presso il teatro Morlacchi di Perugia dalla compagnia teatrale diretta da Angela Demattè e formata da sette attori uomini.
La rappresentazione, dalla durata di due ore senza intervallo, è stata tratta dal celeberrimo testo omonimo scritto da William Shakespeare nel 1590. 
La vicenda è ambientata a Padova in epoca contemporanea alla stesura dell’opera. Il ricco Battista Minola ha due figlie: Caterina e Bianca. La prima ha un carattere tremendo e insopportabile; mentre la seconda è assai dolce e sensibile. Bianca è corteggiata contemporaneamente da Gremio e Ortensio, al contrario di Caterina che ,invece, proprio a causa del suo caratteraccio non riceve attenzioni da nessun gentiluomo. Perciò Battista decide di non dare in sposa Bianca finchè anche a Caterina non toccherà la stessa sorte. Così, mentre Gremio e Ortensio sono in cerca di un pretendente per Caterina, si aggiunge ai corteggiatori di Bianca anche Lucenzio, un giovane Pisano. Finalmente viene trovato il pretendente per Caterina: un giovane benestante di nome Petruccio che riesce a prenderla in moglie, ma non senza qualche difficoltà. Infine Bianca sposa Lucenzio e Ortensio convola a nozze con una ricca vedova.
La scenografia era assai semplice: di fronte allo spettatore, proprio in fondo al palco, vi è un telo nel quale viene proiettata l’immagine di un quadro amenico che serve per dare un’ambientazione sia all’inizio che al termine della vicenda. Lateralmente vi sono dei pannelli rettangolari bianchi che riflettono una luce verde acqua che contribuisce a non conferire una definizione spazio-temporale alle vicende.
Quest’ultimo elemento contribuisce ad innovare la rappresentazione. Inoltre gli attori si spostavano sul palco anche grazie a degli alti carrelli con delle scale annesse che permettevano agli attori di conferire dinamicità nella rappresentazione scenica. I costumi erano moderni con una punta di richiamo all’abbigliamento cinquecentesco. Gli unici due attori ad essere truccati erano quelli che rappresentavano le due sorelle.
La musica è presente all’inizio e a metà dello spettacolo sotto forma di un assolo di violino e durante la rappresentazione gli attori si sono esibiti cantando una canzone in inglese che aveva la finalità di creare un’atmosfera in determinate scene di stampo romantico.
Gli attori erano bravi e coinvolgenti, soprattutto colui il quale ha interpretato Caterina, riuscendo a coglierne le caratteristiche bizzarre, anche se a volte in modo un po’ grottesco. Il modo di esprimersi ricalcava per la maggior parte della rappresentazione il testo originale, ma sono stati aggiunti anche dei cambiamenti. Il pubblico era interessato alla rappresentazione e in un paio di momenti è stato brevemente chiamato a rispondere ad un paio di quesiti che si chiedevano gli attori.
La rappresentazione è stata simpatica, moderna e originale, l’unica pecca è stato il fatto di realizzare lo spettacolo, dalla durata di due ore, in un unico atto. Vi saranno stati probabilmente degli spettatori che non avranno gradito la presenza sul palco di soli uomini, ma tutto ciò non ha infastidito la sottoscritta, anzi mi ha incuriosito.
Molto toccante il finale sui doveri di una donna sposata che inducono lo spettatore a pensare che purtroppo ancora oggi certi uomini hanno la stessa considerazione ,che vi era anche nei secoli scorsi, delle donne. Credo che il messaggio che lo spettacolo abbia voluto mandare agli spettatori, ma soprattutto alle spettatrici, è quello di essere sempre forti e di avere il coraggio di fare ciò che si vuole anche se questo potrebbe portare a farsi ritenere pazza e a vivere una vita senza un uomo.