Si nota all'imbrunire: solitudine da paese spopolato

a cura di Oscar Giambitto
 
 
Il Teatro Morlacchi di Perugia ha riaperto il sipario, su una platea leggermente allargata ed un palco un po’ ristretto, martedì 29 ottobre 2019 inaugurando una nuova Stagione di Prosa (2019-2020) con lo spettacolo ‘Si nota all’imbrunire’. Scritto e diretto da Lucia Calamaro lo spettacolo trova le sue origini in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che la socio-psicologia definisce come ‘solitudine sociale’, personificata a primo acchitto nella figura di Silvio (Orlando).
 
Silvio è un uomo vedovo, che si è ritirato in una casa di campagna lontana e sperduta dove attende, seduto, per il fine settimana l’arrivo dei tre figli e del fratello in vista di una doppia commemorazione: il suo compleanno e il decimo anniversario della morte della moglie.
Al momento dell’arrivo si scopre però che non è in grado di affrontare in modo naturale la sua figura paterna, anzi ha quasi paura di amare i suoi figli: Alice (Redini) una poetessa incompiuta e condannata alla pena di un apprendistato infinito, che negli sprazzi di genialità scrive dei versi di altri credendoli propri. Vincenzo (Nemolato) un instancabile precario, dedito a tutti i lavori più assurdi e poco qualificati, provando così a non rimanere intrappolato nella stasi quotidiana; Maria Laura (Rondanini), la figlia precisa, che vive le sue giornate secondo un ordine fisso, di cui è vittima e capo espiatorio e ciò la porta a rimurginare sul suo affanno che non trova mai posa. Infine c’è Roberto (Nobile) che a differenza del fratello Silvio, affronta la vecchiaia con incoscienza perdendosi in vaghe citazioni di autori francesi.
 
La routine di Silvio è così sconvolta e i dialoghi dei quattro personaggi sono interrotti, quasi bruscamente, dai suoi monologhi nei quali malinconicamente prende forma il flusso di coscienza, la sua dimensione interiore che travalica quel labile filo che divide la realtà dall’immaginazione.Così la morte tratteggiata dalla commemorazione si scorge solo all’imbrunire.
 
Un testo impegnativo, nel quale l’attore è costretto a portare in scena se stesso, la cui forza è mitigata dalla comicità che non spaventa il pubblico ma lo conduce ad uno spaesamento, fonte di riflessione.