Il ghigno beffardo dell'inconscio: Fight Club, La Prima Regola
Il fascino dello scontro, dell'incontro di forze, della sfida rappresentata dal romanzo (poi film) cult di tante generazioni prende vita in maniera ancor più potente sul palcoscenico del teatro Trastevere di Roma. Qui un non meglio specificato "Lui" (un perfetto Diego Migeni) ed il suo alter ego Tyler Durden (Alessandro Di Somma, bravo a distaccarsi dal peso della celeberrima interpretazione di Brad Pitt) si incontrano, si scontrano, si amano e si odiano, nel labirinto di dubbio e lucidità alternate, nella lotta fisica e interiore di ogni essere umano, nella forte volontà di rivolta verso un mondo di convenzioni e stereotipi, di speranze spezzate e disperazione. La grande depressione è la nostra vita, quindi cosa fare se non cercare di cambiare l'ordine costituito delle cose, partendo dal proprio piccolo, da una serie di semplici, ripetitive ma incisive regole, da sé stessi. L'intreccio di situazioni e colpi di scena a ritmo serrato rappresenta una vera e propria sfida da palcoscenico, accolta e vinta dal clan delle Cattive Compagnie, affiatata e premiata compagnia romana, con uno spettacolo prodotto dalla compagnia Mauri-Sturno. Il lavoro di adattamento che ha preso spunto tanto dal romanzo quanto dal film rende giustizia alla trama in maniera completa, e chi conosce il testo può facilmente immaginare le difficoltà di una simile operazione. Un'interessante quanto efficace scenografia realizzata da Paolo Carbone ha il merito di sciogliere i nodi del testo, permettendo alla vicenda di scivolare senza attrito da un luogo all'altro, da una situazione all'altra, con l'agilità necessaria ad una storia tanto affascinante quanto complessa. Ma le cupe atmosfere del film passano al palcoscenico decisamente alleggerite, restituendo un Fight Club frizzante, ironico, spassoso. La regia di Leonardo Buttaroni ha dichiaratamente lavorato nell'intento di inserire la trama sui binari della commedia nera, facendo leva sui risvolti grotteschi e i dialoghi esilaranti del testo, in maniera particolare per quanto riguarda il personaggio del mitico Tyler Durden. Come non citare inoltre il lavoro fatto dalla compagnia sul fight, nucleo centrale della storia: si assiste dal vivo - dunque con ben più forte adrenalina - ai combattimenti simulati ad arte, tanto da ingannare lo spettatore. Attorno ai due protagonisti girano inoltre tanti diversi personaggi, interpretati con destrezza dallo stesso regista Leonardo Buttaroni, da Matteo Fasanella (anche regista assistente), Yaser Mohamed e Marco Zordan; non trascurabile infine l'interpretazione dell'unico personaggio femminile, la conturbante e controversa Marla Singer, aiutante e antagonista insieme, specchio della lotta del protagonista con sé stesso, portata sul palcoscenico del Trastevere da una graffiante Cecilia Cinardi, che ha decisamente il physique du rôle perfetto per il personaggio. La commedia nera offerta dalle Cattive Compagnie regala 100 minuti di emozioni contrastanti e colpi di scena, sostenuti da una scelta colonna sonora d'effetto ma non troppo invadente. Si esce dal teatro divertiti, ma sicuramente ci si porta dietro un dubbio: ed io, conosco - e controllo - davvero il mio Tyler Durden?