La meravigliosa risalita (dell'indie).
Il 2012 è appena iniziato e non mi sembra affatto eccessivo dire che il nuovo album di Colapesce, pseudonimo di Lorenzo Urciullo, leader degli Albanopower, sia candidato a diventare il prodotto migliore dell’anno. Tredici tracce di autentico cantautorato italiano. Dalla prima “Restiamo in casa”, il cui incipit “Restiamo in casa, l’amore è anche fatto di niente” già fa presagire lo spessore di un prodotto che non delude fino all’ultima traccia: “Bogotà”. E, infatti, l’ultimo pezzo è uno dei più riusciti. E’ quello che ti colpisce, ti entra dentro, ti trasforma e ti lascia l’amaro in bocca delle occasioni perdute. Perché Lorenzo non è l’unico a rimanere la notte sveglio a pensare al tempo perso accumulandone altro. Ma, se davvero esiste un tempo utile, è quello passato ad ascoltare il “Meraviglioso declino”.
Con il precedente Ep, il nuovo progetto del cantautore siculo mi aveva lasciato senza parole. Già allora, infatti, canzoni come “Resistere etc.” non smettevano di ronzare nella mia testa, risollevandomi dalla concezione massificata che l’indie italiano stava propinando da un bel po’ di tempo a questa parte. Cose trite e ritrite, il lo-fi talmente mainstream da far diventare artisti tutti coloro che fossero stati in grado di prendere una chitarra, strimpellarla nel peggior modo possibile e magari stonare anche un po’, che ‘ste cose fanno sempre figo. Colapesce è un altro mondo. Colapesce è un cantautore di quelli che non fa delle velleità un semplice modo di apparire. Colapesce è timido. Non è lui ad invadere, sei tu ad accoglierlo.
Il paragone con i grandi cantautori italiani potrebbe sembrare un azzardo, ma non lo è. C’è la raffinatezza di Battisti in questi cinquanta minuti. In più, il tutto è contornato da collaborazioni di un certo calibro (Alessandro Raina degli Amor fou, Sara Mazo degli Scisma, Roy Paci, Andrea Suriani dei My awesome mixtape), dall’aiuto dei vecchi compagni degli Albanopower e, per concludere, dal mixaggio di Giacomo Fiorenza (OfflagaDiscoPax, Paolo Benvegnù, Moltheni).
Insomma, c’è poco da fare. “Il meraviglioso declino” è un album completo. Essenziale ed intenso, delicato e prepotente, deciso e gentile. Un album perfetto.