La voce degli emarginati

a cura di Oscar Giambitto
 
Sul palcoscenico del Teatro Morlacchi di Perugia, torna Ascanio Celestini con Pueblo dal 9 all’11 gennaio 2019. 
Pueblo è la seconda parte di una trilogia inizia con Laika i cui protagonisti sono gli emarginati, che il più delle volte stentano a sopravvivere ma si aspettano continuamente che il mondo gli mostrerà qualcosa di prodigioso. 
La periferia urbana è evocata attraverso il potere dell’immaginazione e della parola perché l’Io narrante, rivolgendosi ad un immaginario Pietro, il fisarmonicista Gianluca Casadei, in un giorno di pioggia, dietro ad una tenda bianca, si interroga sulle storie degli esseri umani che incrocia tutti i giorni. 
La storia iniziale è quella di Violetta, giovane cassiera precaria di un supermarket e orfana di padre. Le ore trascorse in modo monotono al lavoro, sono alienanti ma lei si rifugia nel sogno: immagina di essere una regina, trasforma la postazione lavorativa in un salone di un castello e i clienti in sudditi che le offrono omaggio. 
Velatamente la sua esistenza si collega a quella di Domenica, una barbona raccolta defunta a lato della strada, su un marciapiede che resiste alle intemperie e al tempo così come il lungo flashback che ne evoca la storia. 
Perché l’unica Vita che abbiamo davanti agli occhi è quella passata, perché queste storie periferiche neanche unite una all’altra riescono ad illuminare alcune periferie costituite di strade e vicoli nascosti a tutti, perché il più delle volte ignorate o dimenticate.
E’ più semplice imboccare un incrocio diverso, un’altra strada per evitare lo sguardo di coloro che non hanno speranza ma si ostinano ad elemosinare un briciolo di gioia, nonostante la vita glie l’abbia negata. 
 
Una forma di teatro narrazione, di denuncia sociale che lascia un amaro in bocca, scuote lo spettatore per far sì che si immedesimi negli ultimi con cui condivide la stessa condizione umana.