Lettere a Lèontin, recensione
a cura di Luana Fusaro
L'ironia, la musica, la poesia, l'amore, il mare, il tormento... a questo romanzo non manca proprio nulla.
Mastrolonardo racconta di un sognatore, un sognatore concreto, immerso nel noioso quadro della vita quotidiana: un ottimo lavoro, delle buone amicizie e un ordinario matrimonio.
Poi l'arrivo di una donna, un semplice incontro a cui si dà inizialmente poca importanza e che nemmeno incuriosisce più di tanto.
Ma Lea non è la solita scappatella; si rivela la complice perfetta, la donna che sa comprendere, uno scherzo del destino riuscito troppo bene, colei che sconvolgendo rimette ordine.
L'autore usa un linguaggio scorrevole, perfettamente azzeccato in ogni punto della narrazione, mai pesante, mai noioso o banale, riuscendo ad essere originale su un tema che pare non stancare mai l'uomo: l'amore. Un amore che non deve concludersi consumandosi, che resta sospeso per continuare a sopravvivere...
E infine, quando il sipario deve chiudersi, quando si è ancora convinti di poter scegliere, di avere tanto tempo a disposizione, quando la bottiglia del '79 è stata finalmente stappata, la vera scelta la compie il Caso.