L'uomo che sussurra ai potenti
“Se il silenzio rafforza l'autorità, perchè Bisignani parla?” Inizia così il suo intervento Alessandro Campi, docente di Storia del pensiero politico presso l' Università degli Studi di Perugia, citando una frase in quarta di copertina di De Gaulle (Rien ne rehausse l'autorité mieux que le silence, splendeur des forts et refuge des faibles, tratto da Le Fil de l' épée). Le parole di Luigi Bisignani, protagonista del libro – intervista “L'uomo che sussurra ai potenti” con Paolo Madron, giornalista del “Sole 24 Ore”, sui lati più nascosti della scelta degli uomini di Stato in realtà non ci sono. Non ci sono nel libro, né tantomeno le ha volute rivelare nella Sala della Vaccara del Palazzo dei Priori, comunque gremita per la presentazione, un po' ritardata, di un libro che ha già venduto 120mila copie.
La presentazione è stato più un passaggio di opinioni tra Bisignani, Campi e Alberto Stramaccioni, professore di Storia contemporanea all'Università per Stranieri di Perugia. Posizioni contrastanti sul tema di cui Bisignani è stato, o forse ancora lo è, cardine. Il Potere. O forse, da ciò che emerge durante la serata, oggi sarebbe meglio chiamarlo “potere”, in modo più generico e frammentato qual è quello di oggi.
Ma cosa è il Potere? Stramaccioni cerca di evidenziare i temi centrali del libro: potere romanocentrico, tenendo lontano il potere milanese, una compenetrazione politica – finanza – mass media ed infine una staticità irremovibile dei gruppi dirigenti. In realtà, come afferma Bisignani, il potere milanese, quello finanziario, in alcuni momenti ha prevalso, in maniera anche determinante. E sulle classi dirigenti fa una piccolo riferimento all'attualità, affermando che la colpa dei magistrati del pool di Mani Pulite ha avuto la colpa di fermarsi davanti a Botteghe Oscure, sede storica del PCI, che Bisignani designa come l'ultima classe dirigente “schricchiolante”, ma ancora in grado di resistere e fare scelte sbagliate, come quella di fermare Renzi nell'ottobre scorso e dare il via ad un vero e proprio cambiamento. Ed è sul cambiamento generale che si sofferma, invece, Campi. Trae dal libro la frase di Bisignani “grandi progetti intorno a persone intelligenti”. Forse le persone intelligenti al posto giusto ci sono state, ma sono mancati i grandi progetti. Sempre dal libro, si fa riferimento alla grandissima presenza di militari nelle liste P2. In realtà non erano complottisti o tentativi di golpe, storie che, come afferma Campi, hanno sempre affascinato il popolo italiano, ma erano semplicemente centinaia di persone che volevano tutti diventare Capo di Stato Maggiore. Le grandi idee, che a posteriori si possono definire tali, sono state quelle degli anni '50 e '60, poi il vuoto. In questo caso Bisignani fa un piccolo appunto, affermando che negli anni '70 e '80 non ci saranno state grandi idee, figlie forse di una fase di incertezza e grandi cambiamenti internazionali aggiunge anche Stramaccioni, ma quella classe dirigente non va demonizzata, poiché è stata in grado di contrastare il terrorismo.
Ma come si scelgono gli uomini giusti? Bisignani afferma che non si impongono, perchè comunque sono soggetti al voto. Ma si fa “circolare” il nome negli ambienti giusti, con le persone giuste, che approfondiscono l'idea, ne vedono i vantaggi, la espongono ad altri, fino a quando l'idea attecchisce e diventa quella principale e determinante.
I riferimenti all'attualità non sono mancati, dal pool di Mani Pulite, a Renzi, a Grillo. Non è mancato il riferimento a Berlusconi, che “all'esterno” della Sala stava parlando nell'ennesimo videomessaggio. Bisignani afferma che Berlusconi è stato l'uomo che poteva essere determinante nella Storia, “uomo da grandi intuizioni”, ma che negli ultimi tempi sta perdendo, sorvolando su una domanda dal pubblico se qualcuno potesse riavere quello che era il senso di Potere di Andreotti.
Per gli amanti del mistero, forse molti, che hanno comprato o compreranno il libro, Bisignani non lascia delusi con un piccolo riferimento: perchè mai Grillo andò dall'ambasciatore Usa nel 2008 e si fece convincere sempre dall'ambasciata Usa ad incontrare Napolitano?