Massive Attack - Heligoland [Virgin 2010]

Massive Attack - Heligoland [Virgin 2010]
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Collaboratore
Titolo disco: 
Heligoland
Nome Artista: 
Massive Attack
Genere disco recensito: 
Trip Hop
Label: 
Virgin Records

Sette anni.
Tanto è durata la gestazione del quinto album da studio dei Massive Attack, album che prende il nome dall'arcipelago tedesco di Helgoland, letteralmente "terra sacra".
Ed è veramente un insieme di isole che condividono lo stesso mare senza mai venire a contatto, questo ultimo lavoro della band di Bristol.
Ogni canzone (isola) è frutto di un'idea a sè stante, con una propria dimesione ed un proprio bagaglio di contaminazioni, che può essere interno od esterno alla band.
L'album si apre con "Pray For Rain" una traccia molto cupa che tranquillizza subito i fans più conservatori.
Come era lecito attendersi Del Naja e Daddy G hanno cercato di rinnovarsi scrivendo un album diverso dai precedenti ma senza scadere nel commerciale o nel denaturalizzare il loro stile.
"Babel" vede alla voce Martina Topley-Bird voce nota del trip-hop arrivata finalmente alla maturità dopo la gavetta fatta con un altro dei padri fondatori del genere : Tricky.
Ed infatti in questa traccia si sente nettamente la sua ombra.
Il disco prosegue con "Splitting The Atom", il singolo promozionale che ha lanciato l'album e che ripresenta Horace Andy, la voce storica del gruppo, che canta anche la successiva, "Girl I Love You" la classicissima traccia da Massive Attack che senz'altro avrà la stessa fortuna dei must "Angel" e "Teardrop".
Da questo punto in poi l'incedere dell'album cambia: "Psyche", cantata ancora dalla Topley-Bird sembra scritta da Feist e "Flat Of The Blade" è una nenia poco sopportabile.
Si avverte una risalita con la trasognante "Paradise Circus", tributo o plagio a seconda di come la si vuol sentire di "Asleep From a Day" dei Chemical Bros., guarda caso cantata dalla stessa Hope Sandoval.
Giusto per non farci mancare nulla, arrivano anche le influenze dei Radiohead con "Rush Minute" dove Del Naja scimmiotta Tom Yorke.
Ma il finale rivaluta tutto l'intero disco.
"Saturday Come Slow" in coppia con Damon Albarn è una vera perla e "Atlas Air", col suo ritmo elettronico incalzante, ci fa ben sperare per un futuro ancora fervido dei Massive Attack.
VOTO: 7/10