Recensione dell'album Negativity dei Deer Tick

Recensione dell'album Negativity dei Deer Tick
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Collaboratore
Titolo disco: 
Negativity
Nome Artista: 
Deer Tick
Genere disco recensito: 
Pop - Rock
Label: 
Partisan Records

Riuscire ad inquadrare i Deer Tick al primo ascolto credo sia un'impresa davvero complessa. Solo riascoltandoli – e poi ancora – si può riuscire ad avere un'idea su questa band del Rhode Island (USA). Ammesso che la band capitanata dal frontman John McCauley sia “ciò che suona”, possiamo annunciarvi che rimarrete assolutamente stupefatti.
Dall'unione metaforica delle menti – e dalla fusione artistica – di Ian O'Neil (chitarra), Christopher Dale Ryan (basso), Rob Crowell (keyboards), Dennis Ryan (batteria) e McCauley (voce) nasce un progetto che ha radici ben lontane. 
Parliamo di un percorso musicale che ha portato alla produzione di ben 5 album, tutti con Partisan Label: (2007) War Elephant; (2009) Born on Flag Day; (2010) The Black Dirt Sessions; (2011) Divine Providence; e infine (2013) Negativity.
 
Il titolo dell'album, registrato all'inizio del 2013 e pubblicato questo ottobre, potrebbe esser legato alle difficoltà personali affrontate dal frontman (si vocifera infatti che nel 2012 il padre di McCauley sia stato dichiarato sbattuto in prigione con l'accusa di cospirazione e frode fiscale e che lo stesso matrimonio del cantante dei Deer Tick sia precipitosamente crollato sotto il peso del suo sregolato ed eccessivo stile di vita). 
Già basterebbe questo per inquadrarlo come ogni vero artista: bello e maledetto. Più maledetto che bello (ma dipende dai gusti!). Insomma McCauley avrebbe tratto ispirazione proprio da questi momenti duri che la vita spesso ci presenta. Incanalando rabbia, tristezza e rimpianto ha realizzato, insieme ai suoi compagni di avventura, un album, Negativity appunto, che partendo da una dolce melanconia di sottofondo riesce a superare le storture e le cose cattive, negative della vita restituendoci qualcosa di veramente bello. 
Una sequenza di canzoni intime e profonde, estremamente ballabili, con dei suoni che a tratti potremmo definire “teneri” (così ad esempio Big House, )
Tra malinconia e gioia, i Deer Tick esplorano la totalità dello spettro emotivo, lasciando sempre in sottofondo un senso di inquietudine legato alla consapevolezza che la felicità è un attimo. Un'esperienza fuggevole, che ci può esser portata via in ogni istante. Non è ciò che affannosamente si insegue, non sono le “emozioni forti”, le sfide impossibili vinte con tanta fatica.. la felicità, ci insegnano i Deer Tick è fatta di tante cose piccole (ma preziose).. partendo proprio dalle note di una canzone, dalle sensazioni che riecono ad evocare.
Così piano piano e in punta di piedi Negativity ci accompagna nell'universo di questi musicisti-pittori di felicità. Una bellissima collezione di brani, diversi tra loro.. ma legati dal mood in cui riescono a far calare gli ascoltatori.
Ballate rock a tratti struggenti, che raccontano storie semplici, come fossero immagini o ricordi familiari (ne sono un esempio "Hey Doll" e "In Our Time” o “Mr.Sticks”. Un'ode alla vita: alla capacità di trovare la forza in noi stessi per superare ogni avversità, che ci rendono ogni volta sempre più forti come una roccia.. come nella traccia “The rock”.
Ma parliamo più nello specifico delle tracce.
L'album si apre con quella che è stata definita una rock-suite "The Rock", un po' tim-burtoniana all'inizio, ma che si apre progressivamente regalandoci un diffuso senso di tristezza. Che dire di “The Curtain”? Tonalità malinconiche per affrontare il tema della difficoltà di riuscire a penetrare in profondità nell'animo umano.. di rimuovere le “tende” che oscurano la nostra percezione della realtà. Una difficoltà che gli ascoltatori percepiscono perfettamente grazie alla voce rauca di  McCauley che si contrappone ad una chitarra pulitissima nel sound.
Ascoltando Negativity si arriva presto a “Just Friends”, una rock ballad dal sapore strano, con  la batteria che scandisce dolcemente il susseguirsi delle battute.. quasi sussurrando lo scandire del tempo. La quarta traccia è “The Dream's In the Ditch”: elegante e “quasi” scanzonata, una delle canzoni più allegre di Negativity. Si arriva quindi a “ Mirror Walls” una canzone che evoca la stanchezza a cui spesso sentiamo il bisogno di abbandonarci. Frequenti i cambi di tempo, ma i toni prevalenti non sono scuri.
A questo punto abbiamo una virata pop-rock con "Trash": una canzone che ti resta in testa con questo suo ritmo scanzonato e direi quasi “sbarazzino”! L'ottava traccia ci sorprende per l'atmosfera che fin dai primi accordi crea! In “Thyme” i Deer Tick da bravi pittori dipingono un quadro a tinte buie, ancora una volta di tim-burtoniana memoria. Un'atmosfera creata ad hoc dal giro di basso e dalla chitarra su cui si intrecciano le tastiere, che a tratti completano la melodia e a tratti si emancipano restituendo luce al dipinto. 
Ma non dobbiamo abituarci a questo gloomy mood, perchè con la successiva traccia “In Our Time (feat_Vanessa Carlton)” veniamo catapultati in un leggero e simpatico universo pop-rock. Con fare scanzonato  McCauley&co. insieme a  Vanessa Carlton ci trascinano verso sonorità più folk e country. Penultima traccia è “Pot of Gold”, graffiante scambio di chitarra e batteria in cui si innestano gloomy atmospheres.
In chiusura possiamo dire che Negativity è un album interessante!
Da ascoltare e riascoltare! Ne vale la pena! (..garantisco io!)
Guarda il Video di The Rock quì : http://www.radiophonica.com/musicpress/deer-tick-arriva-italia-lalbum-negativity
Note biografiche:
Sicuramente potrete trovare bio molto dettagliate sul sito ufficiale del gruppo o della label che li ha in promozione ( http://www.partisanrecords.com/artists/deer-tick/ ), ma scartabellando tra i vari siti che si occupano di musica emergente e straniera abbiamo trovato qualcosa di interessante.
 Forse non tutti sanno che la carriera musicale di John McCauley, è iniziata suonando autodidatta a suonare: batteria, chitarra e piano. Già quando era iscritto alla scuola superiore McCauley registrava le “proprie” composizioni. Dopo aver suonato come solista per un po', decide presto di mettere insieme una band vera e propria. Il frontman dei Deer Tick ha una voce dal timbro inconfondibile: ruvida, non elaborata, grezza.
 
Se volete saperne di più vi lasciamo qua sotto un po' di links utili:
 
http://www.deertickmusic.com http://www.facebook.com/deertick http://twitter.com/deertickmusichttp://instagram.com/deertickmusichttp://www.partisanrecords.com 
 
a cura di Rossella Biagi