Recensione per i SuperVIXENS dell'album Nature and Culture

Recensione per i SuperVIXENS  dell'album Nature and Culture
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Programma radio, Redazione
Titolo disco: 
Nature and Culture
Nome Artista: 
SuperVIXENS
Genere disco recensito: 
noise - trance
Label: 
acid cobra records

Recensione a cura di Rossella Biagi
Cari lettori e lettrici, abbiamo oggi deciso di parlarvi dei toscani SuperVixens, una band per cui la musica è sperimentazione e si intreccia con le corde più intime degli ascoltatori inducendoli in una noise trance labirintica ed esclusivamente strumentale.
L'impressione che si ha ascoltando il loro primo EP, “ Nature and Culture”, è che la musica sia strettamente collegata ad una visione scenografica della vita, in cui le performance live giocano un ruolo centrale. La creazione di musica passa prima dalla sua de-costruzione, dal ritorno a suoni più crudi e primitivi che vengono poi rielaborati e trasformati in un prodotto complesso ma al tempo stesso emotivo ed altamente psicologico.
Caratteristica del loro sound è la loro ricercata sperimentazioni di sonorità noise rock e alternative: suoni appunto vicini alla soglia del rumore, a cui corrisponde una profonda avversione verso la tradizionale forma canzone. Le storie, o meglio le trame, che raccontano i SuperVixiens non usano la voce e soprattutto rigettano la classica struttura compositiva che prevede l'alternanza tra strofe e ritornelli.
Inoltre l'impressione che si ha ascoltando l'Ep è che l'intero impianto musicale risenta di influenze, se non proprio cinematografiche, video: immediatezza, freschezza nel immaginare le scene come fossero paesaggi sonori e la loro alternanza/progressione nelle tracce.
Questo gruppo di San Miniato si è lanciato con questo EP - autoprodotto -  sulla strada della sperimentazione che fa del suono e dei rumori industriali i protagonisti assoluti di questo flusso continuo del pensiero, il tutto abilmente mescolato a distorsioni, effetti, suoni elettronici e così via.
Natura e Cultura approfondisce quella che per i SuperVixiens è la relazione, a tratti conflittuale e a tratti simbiotica, tra natura e cultura appunto. Tra l'uomo e l'ambiente in cui vive. La vita di ogni uomo si snoda lungo questi due binari costituiti da natura e cultura, che rappresentano le basi stesse per comprendere l’esistenza umana. Natura e cultura, sia che vengano viste come elementi contrapposti sia che formino al contrario un’integrazione tra loro, costituiscono comunque un’opportunità per approfondire la conoscenza sulla dimensione umana.
 
Ma parliamo adesso di questo EP dal sapore post rock, con arrangiamenti industriali. Largo alla disintegrazione del suono, ben vengano le dissonanze, i feedback e le distorsioni, con “O” si aprono le danze dei SuperVixiens: in un vortice che risucchia l'ascoltatore in un turbine psichico. Sperimentazione, provocazione e trasgressione sono la chiave di lettura di questa traccia – ma più in generale anche delle altre. Gli strumenti sono gli unici protagonisti: personaggi principali sul palcoscenico da cui comunicano con il pubblico.
Segue quindi “I”: un viaggio nello spazio senza fine, in un universo oscuro senza esseri viventi, un'esperienza profonda che rapisce la mente di chi ascolta trasportandolo in un non luogo. I primi 4 minuti scorrono cauti, creando l'illusione che lo spazio e il tempo non esistano, che siano mere costruzione intellettive. Poi si iniziano a distinguere molto flebilmente alcuni strumenti, che cominciano a dare corpo alla traccia. Da ultima, a definire la struttura, si aggiunge la batteria, che si fa progressivamente sempre più martellante e che imprime una forza centrifuga irrefrenabile a cui niente e nessuno può resistere, se non sul finale quando lentamente si esaurisce.
Terza traccia è “Chromo”, che getta l'ascoltatore in un'atmosfera disturbata e quasi post-apocalittica. Il sapore è vagamente gotico e ancora una volta il rumore sovrasta la progressione musicale della traccia. Accelerazioni e nuovi arresti non consentono di abituarsi all'esecuzione corale che i SuperVixiens mettono in scena.
L'EP si chiude con la traccia “Loud Loud Loud!”, graffiante e quasi abrasiva nell'esecuzione. Una batteria potente che progressivamente svanisce, rumori e ancora una volta distorsioni aprono il pezzo, che però evolve progressivamente, oscillando come un pendolo tra momenti visionari di pseudo tranquillità e esplosioni di rumore.
 
E qua si interrompe, nostro malgrado, il nostro viaggio musicale. E' stata un'esperienza strana a metà tra un sogno e un incubo, ambientato in un futuro fantascientifico. Sembra quasi di esser atterrati sulla superficie di un altro pianeta, un mondo in rovina popolato da macchine, automi e animali artificiali.
I Supervixens meritano davvero di esser ascoltati e, se vi capita, andate a qualche loro live, ne sarà valsa sicuramente la pena (soprattutto se siete amanti del noise-industrial e post rock)!
Se volete saperne di più invece vi consigliamo di ascoltare le loro tracce direttamente qua:  www.soundcloud.com/supervixens.

 
Il loro lavoro, mixato da Amaury Cambuzat (degli Ulan Bator e
 Faust), è uscito il 14 gennaio 2014 per la Acid Cobra Records (label di Amaury).
 
 
Chi ha collaborato all'EP:
- Kopko (synth, arnesi da lavoro, chitarra)
 
- David C (basso, synth)
 
- Thall (chitarra, oscillazioni)
 
- Jon (percussioni, batteria)
 
- Amaury Cambuzat (steel guitar, produzione artistica e mix)
 
 
Contatti:
https://www.facebook.com/sprvxns
 
Labels:
http://www.acidcobrarecords.com
 

 

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