Sei personaggi in cerca d'autore

a cura di Francesca Ricci
 

Da mercoledì 14 novembre a domenica 18 novembre è stato messo in scena al TeatroMorlacchi di Perugia “Sei personaggi in cerca d’autore”, uno spettacolo di Michele Placido, molto fedele all’originario pirandelliano: atto unico di quasi due ore.Era il 1921 quando l’opera, fortemente contestata, debuttò per la prima volta al Teatro Valle di Roma, innovando completamente il modo di fare teatro, proponendo una rappresentazione che si forma in itinere, quasi a voler sembrare improvvisata, priva di copione ed in continuo allestimento.
Anche in questa versione, ad irrompere sulla scena, come per caso, interrompendo le prove di una compagnia, sono sei persone, in cerca di un autore che voglia raccontarle, rendendole così personaggi la cui storia vivrà in eterno.“Perché un personaggio ha veramente una sua vita, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre «qualcuno». Mentre un uomo così in generale, può non essere «nessuno»”.
Sei personaggi: un padre anziano, interpretato dallo stesso Placido, una madre rimasta vedova del suo secondo uomo, una figliastra che domina la scena con la sua irriverente eleganza e sapienza espressiva, grazie ad una brillante Dajana Roncione, il figlio del primo matrimonio quasi sempre in silenzio per disgusto e sensi di colpa, volendo allontanare da sé il vissuto della sua stessa famiglia, un ragazzino e una bambina statici, fermi, inespressivi per tutta la durata dello spettacolo.
Gli attori della compagnia, invece, sono più inclini a privilegiare testi che possano rappresentare i drammi della società contemporanea, quali femminicidi e morti bianche.
Le battute dei quindici attori si alternano, sul palco, con ritmo armonico e sostenuto.Lo spettatore si ritrova proiettato in un teatro: la scenografia è unica e questa sensazione èaccresciuta dall’abile utilizzo degli ingressi posteriori della platea e dagli effetti di luci, curatida Gaetano La Mela, volti a ricreare l’ambientazione e la tensione di alcuni dialoghi.
Invade la scena l’urgenza comunicativa dei protagonisti, che si scontrano senza mai comprendersi realmente; ma i sei personaggi riescono, con determinazione, a convincere il regista ad ascoltare la loro storia per provare a rappresentarla.

Così trionfa la volontà di trovare un’origine che possa essere il più possibile comune a tutti.Concludendo, si assiste ad un palcoscenico che nasce facendosi, che ingloba i suoipersonaggi rendendoli vivi, immortali, che provoca un’illusione realistica in grado dicomporre una suggestiva e meravigliosa messa in scena.